Un sorriso che vale più di un oro olimpico.
Potrà sembrare stupido, banale, retorico, eppure è quello che Caeleb Dressel ha trasmesso a tutti durante le finali dei Trials olimpici americani di quest’anno.
Quali e quanti avvenimenti potete contare per i quali interrompereste improvvisamente un appuntamento romantico con la vostra crush? Tendenzialmente nessuno, ammetterete.
Eppure se dovessi dare una risposta, direi che per vedere il sorriso del signor Caeleb Dressel che conquista la sua terza Olimpiade (e la sua serenità) ne vale la pena.
In Italia sono le 2:12 del mattino e colui che ha stupito il mondo 3 anni fa a Tokyo conquistando ben cinque ori olimpici, ha appena toccato il muro nella finale dei suoi 50 stile libero. Dressel si gira, guarda l’enorme schermo appeso all’interno dello stadio del nuoto, e sorride. E basta. Quel ragazzone di 1.91m sembra quasi piccolo tra la folla di 22mila persone che chiama il suo nome, esultando per qualcosa che vale più di un biglietto per Parigi.
Allo stesso modo, due notti dopo Simone Manuel affronta gli stessi 50 stile libero che l’hanno portato sulla cima dell’Olimpo a Rio. Non è al 100% convinta, almeno non quanto vorrebbe, ma Simone si tuffa in corsia 3. Bastano 23.13 secondi per spazzare via tutte le paure di questi anni.
Per arrivare a questi momenti però i due campioni olimpici dei 100 stile libero hanno dovuto toccare il fondo, non solo della piscina. E per risalire sulla superficie dell’acqua hanno dovuto reagire nuotando la subacquea più complicata della loro vita, una subacquea da nuotare senza fretta, e dove nessuno poteva vederli, una subacquea tra i flussi dei loro pensieri.
TOCCARE LA LINEA NERA
La linea nera per un nuotatore è un punto di riferimento importante. “Vedere e non toccare”.
Capita però di finirci vicino.
Caeleb Dressel e Simone Manuel raccontano di essersi avvicinati sempre di più a quella linea nera dopo le Olimpiadi di Tokyo 2021.
Caeleb, che già aveva sofferto di ansia durante il college, racconta che in certi momenti dove la pressione superava la soglia di tolleranza, doveva passare per la strada più lunga del campus, pur di evitare la sola vista della piscina. O ancora, che l’odore per cui viviamo noi nuotatori, quello del cloro, era diventato per lui insostenibile, ne era quasi terrorizzato.
Dopo Tokyo, i pensieri di Dressel vertevano tutti sull’insoddisfazione di ogni sua performance. Certo, un campione sa che, come dice Phelps “Non puoi mettere un limite a niente”, ma sa anche quando prendersi il proprio momento per tirarsi una pacca sulla spalla.
Eppure Dressel, cinque volte oro olimpico a Tokyo, afferma di non aver centrato nessuno dei suoi obiettivi durante quei giorni.
“Sono arrivato al punto in cui se non facevo un record del mondo, allora sentivo che la mia intera carriera era un fallimento”
Per Simone Manuel invece Tokyo ha rappresentato proprio quella rottura, lo scoppio, che porterà anche Dressel a disertare i Mondiali di Budapest qualche mese dopo, nel 2022.
Alla nuotatrice americana era stata diagnosticata la sindrome di sovrallenamento già prima dell’estate. Simone sentiva tutta la pressione di essere un esempio per la comunità afroamericana, e aveva iniziato a reagire allenandosi sempre di più, finché il suo corpo, insieme alla sua testa, si è come rotto. La allora 24enne era arrivata a pensare “Perchè lo sto facendo?”, e ad odiare il momento in cui, dopo un weekend di gare, doveva pensare all’allenamento del Lunedì.
I due nuotatori dunque,spremuti dalle proprie ambizioni, hanno toccato la linea nera.
E si sono (finalmente) concessi una pausa.
NUOTARE PIANO
Dopo l’allontanamento dalle corsie, i due campioni americani hanno dovuto imparare a nuotare piano, una cosa che probabilmente non avevano mai fatto prima.
Dopo cinque mesi di riposo totale, Simone Manuel ricorda il 9 Gennaio 2022 come il giorno in cui ha realizzato di poter tornare a fare ciò che amava. Si è procurata un abbonamento in palestra e ha ricominciato a nuotare, con calma, da sola, affrontando le sue paure di fallire, lavorando mentre nessuno la guardava. Zitto e nuota, nuota e nuota.
Parallelamente per Dressel questo momento arriva a Maggio 2023, poco prima dei Campionati Nazionali statunitensi. Il momento in cui ha realizzato di poter tornare a nuotare serenamente è stato paradossalmente quando si è reso conto che “se non dovessi nuotare più, andrebbe bene lo stesso”.
Così, entrambi i nuotatori hanno ricominciato a nuotare, ognuno coi propri ritmi.
Caeleb Dressel apparecchiava così il suo ritorno e ai Nazionali USA estivi del 2023 collezionando un 19esimo posto in 49.42 nei 100 stile libero e un 51.66 nei 100 farfalla. Lontano dai suoi tempi soliti, ma soddisfatto di come stesse procedendo il suo viaggio.
Intanto Simone Manuel decideva invece di non parteciparvi, in vista della sua preparazione ai Trails 2024 per le Olimpiadi di Parigi.
“So di non poter raggiungere i miei obiettivi, se non sono paziente con me stessa. Il viaggio continua”
ROMPERE LA SUPERFICIE
Il viaggio continua verso i Campionati US Open di Dicembre 2023.
I due olimpionici hanno continuato il loro percorso fatto di pazienza, cura della salute mentale e ovviamente di nuoto, e i primi risultati incoraggianti sono arrivati proprio a otto mesi da Parigi 2024.
Simone Manuel si è piazzata al settimo posto nei 50 stile libero femminili con 24.82, il suo primo tempo sotto i 25 secondi dalle Olimpiadi di Tokyo di tre anni fa (24.63 in semifinale).
Caeleb Dressel invece, è sceso sotto i 22 secondi nei 50 metri stile libero per la prima volta dall’Aprile del 2022, posizionandosi primo nella Finale B con 21.99.
Il viaggio prosegue e ad Aprile 2024 Dressel ha già abbassato il suo tempo nei 100 stile libero e nei 100 farfalla rispettivamente a 48.30 e 50.84, presentandosi come il quinto americano più veloce della stagione (fino a quel momento) nella gara regina.
NUOTARE ANCORA PIù FORTE
Giugno 2024.
Il fondo e la linea nera sono stati toccati, i due nuotatori hanno caricato le gambe (e la testa) per la spinta, e hanno imparato a nuotare piano, come mai avevano fatto. La loro subacquea ora è finita, la superficie dell’acqua è stata rotta, e possono tornare a nuotare al loro posto, sopra all’acqua, dove tutti possano ammirare la loro forza fisica e mentale.
Ci sono 22mila spettatori ad assistere alla tappa conclusiva del viaggio dei loro beniamini.
Allo stadio Lucas Oil di Indianapolis Caeleb Dressel e Simone Manuel stanno per nuotare la finale dei 100 stile libero, evento nel quale sono entrambi campioni olimpici.
Al termine della gara maschile Dressel è terzo. Ce l’ha fatta. Non potrà difendere il titolo olimpico, ma farà parte della staffetta 4×100, e non riesce a nascondere la felicità nei suoi occhi.
Ai blocchi di partenza delle due gare individuali, i 50 stile libero e i 100 farfalla, Caeleb non smette di sorridere. Chiude entrambe le finali al primo posto, qualificandosi con i tempi rispettivi di 21.41 e 50.19. Ce l’ha fatta ancora. Il pluricampione olimpico ha compiuto il suo ritorno.
Tra le donne, al tocco finale Simone è quarta. Ce l’ha fatta. Dopo l’incredibile viaggio affrontato andrà alle Olimpiadi. Eppure l’ombra del passato ancora la pervade e per pochi secondi mostra l’insoddisfazione negli occhi, pur dimostrandosi felice di far parte di una delle staffette più veloci del mondo.
Tutta la frustrazione però, Simone la inserisce nella specialità individuale, i 50 stile libero.
La 27enne tocca il muro per prima e scoppia in lacrime. Ce l’ha fatta ancora. Ma non è la stessa Simone Manuel di Tokyo, c’è una nuova consapevolezza.
Come ci fa infatti sapere più tardi su Facebook
“Benvenuti: Siete appena stati introdotti a Simone 2.0”
Siamo tornati al presente.
Simone Manuel si è qualificata per la staffetta 4×100 e per i 50 stile libero.
Caeleb Dressel nuoterà la staffetta 4×100 stile libero, i 100 farfalla e i 50 stile libero.
L’americano si allontana dalla piscina, dopo aver conquistato il biglietto per Parigi, e si dimentica di fare ciò che tutti coloro che si qualificano per le Olimpiadi fanno: firmare l’enorme cartolina di Parigi. Chris Guiliano lo deve afferrare per ricordargli di aggiungere il suo autografo.
Con questo (non) gesto l’americano ha detto più di mille parole.
Certo, come atleta agonista è contento di aver raggiunto il suo obiettivo, le Olimpiadi.
Tuttavia il suo primo pensiero non è stato questo, ma
“Sono riuscito a gareggiare senza paura di imbarazzare me stesso, ma con un grande sorriso sulla faccia divertendomi nel fare ciò che amo”
Nuotare.
A noi invece, non resta che aspettare l’epilogo del viaggio, che sarà ambientato alla Defense Arena di Parigi.