Viaggio Nella Mente Del Nuotatore: Luca De Tullio E Il Suo 2024

by Sofia Altavilla 0

April 28th, 2025 Italia, News

Nato come ranista, cresciuto come mistista, e ora tra i migliori mezzofondisti d’Italia: Luca De Tullio, azzurro classe 2003, si è fatto strada tra i grandi proprio grazie ai suoi odiati – amati 800 e 1500 stile, eventi che predilige solamente da cinque anni.

Con la finale Olimpica di Parigi, il sesto e quinto posto ai Mondiali di Budapest, il 2024 è stato senz’altro la cornice del quadro, finora, più prestigioso dipinto da Luca.

Tuttavia, nella mente di un’atleta, di un essere umano, che ha appena realizzato il suo capolavoro più grande, spesso scatta un pensiero: “E ora come ricomincio?”

In un attimo il picco positivo diventa negativo, e dopo il momento migliore della tua vita subentra il peggiore. 

Si chiama Post Olympic Blue, e Luca De Tullio ha raccontato di come abbia affrontato e stia tuttora imparando ad affrontare le difficoltà psicologiche legate ai successi sportivi: dalla motivazione mancante, all’ansia, alle pressione fino alla reazione e ai metodi appresi per superarle.

L’APICE: La Finale Olimpica

Parigi, 11.58 del 29 Luglio 2024, il giorno delle batterie degli 800m stile libero.

Luca De Tullio ha appena finito la sua gara, con il nuovo personale di 7:44.07.  Al muro è quinto nella sua batteria e manca ancora l’ultimo ottetto. Non è impossibile, ma nella prossima batteria ci sono tanti atleti esperti. Arrivano Daniel Wiffen e Elijah Winnington. Siamo a 7 minuti e 42 secondi. Passa un secondo, due, tre. Samuel Short, tocca terzo in 7:46. Luca De Tullio è in finale olimpica. Gregorio Paltrinieri, al suo fianco nell’attesa, lo abbraccia, contento di potersi divertire in finale con un giovane allievo, che scoppia in lacrime.

Talmente tanto surreale, che quasi non lo vivi davvero, non ti accorgi nemmeno di essere lì.

Queste sono le emozioni che racconta a posteriori il nuotatore barese. Quel sentimento che si prova anche la prima volta che arrivi allo stadio di Riccione per gli Italiani, la prima volta tra i grandi.

Un mondo talmente tanto più grande di te che non è tuo, non lo senti tuo.

Sensazioni che svaniscono subito, non appena si varca la soglia di casa. Non c’è il tempo di realizzare che tutto è già finito.

Come se non fosse successo nulla. 

IL CROLLO: La Post Olympic Blue

Così Luca De Tullio affronta un argomento di cui ancora poco si parla: la Post Olympic Blue. Quella forma di malessere, che, se diagnosticata, può diventare depressione, e di cui, come lo stesso Luca afferma, possono soffrire tutti gli atleti (e non solo) dopo aver raggiunto il proprio grande obiettivo.

A Settembre rimane dunque la consapevolezza di dover ricominciare da capo. Neanche un mese dopo, tutto da rifare. Per quattro anni. Con un obiettivo che è lontanissimo, tanto da sembrare inesistente.

 Senza un obiettivo preciso la cosa sfugge di mano. Entravo in acqua e non ce la facevo.

Il nuovo quadriennio olimpico per l’azzurro parte da Ostia, dove ricomincia con Fabrizio Antonelli, già allenatore di Gregorio Paltrinieri e Domenico Acerenza. Dopo gli anni a Roma, all’Aniene, guidato da Christian Minotti, Luca si ritrova con un bagaglio emotivo non indifferente e nuove sfide anche in allenamento.

Con Antonelli infatti, gli allenamenti sono più lunghi, fino a 10/10.5km, e il corpo, non ancora abituato, non restituisce subito i risultati desiderati dalla testa del 21enne, che è invece ipercritica, soprattutto in fase di preparazione.

Tutto questo mi ha portato poi a credere meno in me stesso e a mollare con la testa.

Inizia così una sorta di tira e molla, dove il nuotatore azzurro arriva, confessa, a saltare anche quattro allenamenti a settimana.

L’ANSIA, motore e freno della performance

La mente di un nuotatore è profonda e affascinante e Luca De Tullio ha descritto molto bene alcuni dei meccanismi che si innescano nella sua, e possono aiutare a comprendere meglio.

Per esempio per lui, esistono due tipi di pressione: una positiva, e una negativa.

Quella positiva è legata alla dedizione al nuoto e a quello che c’è di contorno. 

 Lo faccio veramente apposta a mettermi questa pressione perché sento uno spirito di appartenenza 

Luca De Tullio parla di come, nonostante nessuno gli abbia chiesto di nuotare o di dargli soddisfazioni, senta che in gara non dipenda più solo da lui, come una sorta di altruismo agonista.

C’è la gente che ti guarda, c’è gente da casa che veramente spera che tu vinca. È giusto che dia il massimo per loro.

Questa pressione autoindotta, ha un riscontro poi nel pubblico, che gli restituisce la stessa energia da lui dedicata, fornendogliene altrettanta per caricarsi.

Ricordando la qualificazione per Parigi ottenuta al Settecolli infatti, il nuotatore dice di ricordare come dall’acqua, sentiva chiaramente Luca Rasi, lo speaker, che incitava il pubblico ad ogni suo passaggio, e nonostante non sia una persona che ama stare al centro dell’attenzione, dice:

Vedermi davanti agli altri e sentire la gente che tifa. È per questo che nuoto.

La faccia della medaglia, in quel caso due, e valide di due pass per Parigi, è però duplice. 

A proposito Luca De Tullio racconta come sin da piccolo entrambe le sensazioni convivevano in lui. Se infatti da un lato, dopo le prime medaglie d’oro al Trofeo Delle Regioni da esordiente, iniziava a sentire quel senso di appartenenza, dall’altra l’ansia lo accompagnava vorace. 

Nei primi anni di Criteria, ricorda, come le lacrime fossero molto facili prima di una gara, e la testa lo abbandonasse spesso al pensiero di dover nuotare fino a sei gare. Col tempo però, continua sorridendo, la gestione dell’ansia è migliorata, nonostante sia sempre presente.

C’è quella paura di fallire. Agli occhi degli altri e ai miei occhi. Paura che se vai male son cavoli. Anche se non ha senso.

La sera prima di una gara importante Luca De Tullio si descrive come tranquillo, salvo poi svegliarsi la mattina con il cuore in gola e il respiro affannato. 

“Ho dei metodi per gestire l’ansia. E li sto scoprendo tuttora.”- dice l’azzurro spiegando come abbia routine inconsapevoli, come per esempio parlare con alcuni amici prima della gara. Ultimamente, racconta invece come abbia scoperto con i fisioterapisti di respirare col petto, contraendosi e rimanendo rigido. Così ha iniziato ad allenarsi a respirare col diaframma, e la sera prima di una gara si mette lì, con una mano sulla pancia, a cercare di rallentare i battiti e calmare il respiro. Piccole cose che cambiano tanto.

Paradossalmente, dice, l’unica volta in cui non ha sentito l’ansia è stata alla finale delle Olimpiadi. La sera prima era infatti talmente euforico, che la mattina dopo l’incredulità e la felicità hanno corso più veloce dell’ansia, che non ha fatto in tempo a presentarsi.

Un’altra occasione simile, complice il calo di attenzioni mediatiche che può avere un mondiale post olimpico, sono stati infatti i Mondiali in vasca corta di Budapest.

ANCORA SU E ANCORA PIù GIù: I Mondiali Di Budapest E Gli Assoluti

Tornando al tira e molla di inizio anno, il nuotatore racconta come con Fabrizio Antonelli abbiano iniziato ad affrontare una settimana per volta. Step by step, come recita il tatuaggio dell’atleta. L’obiettivo posto era infatti arrivare a Singapore stando bene, senza farsi abbandonare dalla testa.

Il primo step sono stati appunto i Mondiali di Budapest, qui, spensierato e senza pressioni, nonostante la poca preparazione Luca De Tullio approfitta però della forma residua dalle Olimpiadi e sfodera due ottime prestazioni, che gli valgono un quinto e sesto posto Mondiali. 

Dopo un’altra emozione del genere, in cui il giovane De Tullio è arrivato ad annusare il profumo di una medaglia iridata in vasca, c’è ancora una volta la caduta.

Tutto finisce, tutto da capo, col pensiero che l’anno sia ancora da finire.

Complice anche il dolore alla spalla che lo ha tenuto fermo per quasi un mese, durante il quale l’azzurro allenava praticamente solo le gambe, negli ultimi mesi la sua testa matura pensieri contrastanti, e confessa:

Io gli Assoluti non li volevo fare

Il suo allenatore lo convince però a provarci, in modo da avere quello scatto mentale  per dare il massimo nonostante il malessere.

Agli Assoluti Luca De Tullio conclude con un argento negli 800 stile e un decimo posto nei 1500 stile, confermando quanto, nei momenti di debolezza, la gara più lunga sia l’ultima cosa che voglia fare.

Luca azzarda che forse i suoi allenatori sapevano sarebbe andato male rispetto ai suoi standard e volessero dargli la motivazione per ricominciare.

Quasi come se mi servisse andare male.

Ora che infatti i risultati li ha visti sul tabellone, Luca De Tullio si dice più affamato che mai, consapevole di cosa cambiare e con quello scatto mentale cercato che gli fa affermare:

Io da adesso al sette colli mi faccio un mazzo così perché devo vincere.

Il Futuro Prossimo

Con queste nuove aspettative sul futuro prossimo, viene naturale chiedere all’azzurro se abbia dei metodi per placare queste pressioni poste da sè verso se stesso. 

Mi ripeto “Tu non hai fatto niente”. Ho fatto quello che dovevo

svela consapevole dell’estremismo di questa frase. Per tenere la testa bassa crede però sia necessario rendersi conto che non sarà nè il primo nè l’ultimo a essere un finalista olimpico, mondiale o qualunque successo che sia in sua potenza, filosofia, confessa, insegnatogli dal fratello Marco De Tullio.

A proposito di futuro poi, Luca De Tullio, che ha affrontato la sua prima 10km, e conquistato il bronzo nella 4×1500 durante la prima tappa di Coppa del mondo, conferma come rientri nei piani la programmazione in acque libere. L’azzurro si è infatti detto sorpreso di come non fosse così stanco come gli avevano predetto e di come abbia apprezzato quest’esperienza.

Sempre in chiave futura, il 21enne di Bari si dice fiducioso dei propri margini di miglioramento. A proposito, cita il commento dell’allenatore dopo la gara dei 1500m a Budapest. In quest’occasione, Luca De Tullio ha realizzato il suo personale, abbassandolo a 14:28.44, quattro secondi dal precedente. A fine gara ha notato però come per i primi 500 metri, lui che utilizza molto le gambe nella sua nuotata, non le abbia usate per nulla, dandogli così la consapevolezza di avere grande margine di miglioramento.

Il riposo è finito. Da lunedì sarò un mulo, solo acqua.

 

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