Il TAS, la corte di arbitrato sportivo di Losanna, ha annullato la sentenza di primo e secondo grado nei confronti di Filippo Magnini.
La squalifica di quattro anni comminata all’ex campione del Mondo azzurro viene dunque annullata.
S legge nella decisone:
“Nel suo ricorso al CAS, Filippo Magnini ha contestato i fatti accertati a suo carico dai Tribunali Antidoping nazionali italiani e ha chiesto l’annullamento di tali decisioni da parte del Panel CAS.
Sulla base delle prove presentate, il Panel ha stabilito che non vi erano prove sufficienti per concludere che Filippo Magnini avesse violato il WADC. Di conseguenza, è emerso che la sanzione doveva essere annullata”.
L’annullamento dunque si fonda sulla mancanza di prove sufficienti per accertare la violazione delle regole antidoping.
IL CASO
Nell’autunno del 2018, la NADO ha ufficialmente condannato Filippo Magnini e Michele Santucci a quattro anni di squalifica.
Entrambi sono stati accusati di “uso o tentato uso di sostanze dopanti”. Magnini è stato anche accusato di complicità e somministrazione o tentata somministrazione di una sostanza proibita.
Entrambi i nuotatori hanno proposto appello.
Il Tribunale Nazionale Antidoping 2 (ovvero di appello), ha confermato la sentenza di primo grado di squalifica di 4 anni per l’ex campione del mondo Filippo Magnini. Assolto invece, Michele Santucci.
Filippo Magnini ha dunque presentato ricorso al CAS avverso la sentenza di appello pronunciata il 14 Maggio 2019..
Poco fa, sul suo profilo Instagram, Magnini ha manifestato la sua gioia
HO VINTO. Il TAS mi ha assolto in pieno da ogni tipo di accusa. È sempre stato così, le gare le ho sempre vinte negli ultimi metri. Mi hanno insegnato a non mollare mai. Sono sempre stato un atleta e una persona corretta. Tremo dalla gioia. .
IL PROCESSO
Nei primi giorni di Ottobre 2017 la Procura Antidoping Nado Italia ha aperto un fascicolo nei confronti di Filippo Magnini e Michele Santucci
I nuotatori venivano iscritti nel registro degli indagati per la violazione degli art.2.2 (uso o tentato uso di sostanze dopanti) e 2.9 (favoreggiamento) del codice Wada per un presunto acquisto di sostanze dopanti provenienti dalla Cina.
Alla fine di Ottobre 2017 presso la Procura Antidoping di NADO Italia si svolgevano le prime audizioni. Queste riguardavano l’indagine portata avanti dalla Procura di Pesaro nei confronti del medico nutrizionista Guido Porcellini.
Il preparatore atletico Guido Porcellini era stato già condannato in primo grado nel 2015 per concorso in spaccio di sostanze stupefacenti.
Nel mese di Giugno 2017 finisce di nuovo nella tempesta giudiziaria.
Nell’ambito delle perquisizioni svolte dal Nucleo Anti Sofisticazioni dei Carabinieri presso lo studio professionale del Porcellini, sito nella città di Pesaro, veniva fuori il nome del Campione Filippo Magnini e di altri nuotatori.
La Procura Della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro nell’indagine penale ha escluso coinvolgimenti diretti dei due atleti nelle violazioni contestate al dott. Porcellini.
L’indagine, dunque è andata avanti per ciò che riguarda la giurisdizione sportiva antidoping.
LA SENTENZA DI PRIMO GRADO
In data 6 Novembre 2018 il Tribunale Antidoping Nazionale condannava Filippo Magnini e Michele Santucci a quattro anni di squalifica per violazione dell’articolo 2.2 del codice Wada relativo all’uso o al tentato uso di sostanze dopanti.
APPROFONDIMENTI
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