La campionessa olimpica lituana Ruta Meilutyte potrebbe essere sospesa per due anni.
La notizia, come riporta la collega Loretta Race (puoi leggere in inglese qui) è stata divulgata dalla Federazione Nuoto Lituana.
Ruta Meilutyte ha riferito di aver saltato 3 test antidoping in un periodo di un anno.
Ciò viola il protocollo della World Anti-Doping Agency (WADA).
Articolo 2.4 Codice Mondiale Antidoping
Secondo l’articolo 2.4 del Codice Mondiale Antidoping, tre test mancati dall’atleta durante il periodo di dodici mesi è considerata una violazione delle regole antidoping.
In conformità con il Codice Mondiale Antidoping e le Regole Antidoping lituane, gli atleti devono fornire informazioni accurate sul luogo in cui si trovano e rispettare i requisiti di localizzazione.
Tali informazioni devono essere fornite nell’ambito del Sistema di amministrazione e gestione antidoping (ADAMS).
Secondo la federazione lituana, la medaglia d’oro olimpica ha mancato i test del 22 aprile 2018, 29 agosto 2018 e 28 marzo 2019.
Anche se la punizione effettiva è ancora da annunciare, un divieto di 2 anni, o anche solo di un anno, relegherebbe l’atleta ai margini delle Olimpiadi di Tokyo 2020.
Nel recente passato vi sono stati casi simili, con i nuotatori australiani Thomas Fraser-Holmes, Maddie Groves e Jarrod Poort.
Dei 3, Thomas Fraser-Holmes ha ricevuto una sospensione di 12 mesi. Un anno anche per Jarrod Poort. Il caso Groves è stato invece cancellato senza alcuna punizione.
Dice Kristina Jagminiene, direttore dell’Agenzia Antidoping della Repubblica di Lituania:
“L’esperienza dimostra che, purtroppo, molto spesso gli atleti riempiono irresponsabilmente i loro dati sui moduli, pensando che non sia importante. La negligenza e l’irresponsabilità possono portare a cambiamenti nella carriera dell’atleta che possono essere finanziariamente e moralmente reattivi. Dubitiamo che le persone andranno più a fondo sul perché un atleta viene squalificato. La violazione delle sanzioni antidoping rimarrà per tutto il futuro della carriera. Il caso di ogni atleta è diverso. Il verdetto deve richiamare l’attenzione sulle circostanze attenuanti e aggravanti. La sanzione più severa è la squalifica fino a due anni. Le regole antidoping sono severe e devono essere seguite da tutti”.