C’è una bellezza sottile e potente nel vedere la storia che si ripete, non per nostalgia ma per naturale vocazione. A Riccione, ai Criteria Nazionali Giovanili BPER 2025, tra le centinaia di atlete in gara, ce ne sono alcune che scivolano in acqua portando con sé più di un nome sul tabellone. Portano una storia. Portano un cognome che ha già fatto sognare.
In tribuna o a bordo vasca, Emiliano Brembilla, Davide Rummolo e Massimiliano Rosolino non sono lì come semplici spettatori. Sono padri, certo. Ma sono anche ex campioni. Uomini che hanno vestito l’azzurro e che oggi vivono il nuoto attraverso lo sguardo delle proprie figlie.
Margherita Brembilla, Sara e Ylenia Rummolo, Sofia Rosolino: nomi giovani, volti sorridenti, bracciate ancora in divenire. Eppure già carichi di significato, perché è impossibile ignorare la traiettoria che le ha precedute. Non si tratta di paragoni, né di aspettative. Si tratta piuttosto di quella cosa rara e bellissima che è la trasmissione di una passione autentica.
I padri hanno scritto pagine memorabili nella storia del nuoto italiano.
Emiliano Brembilla, uno degli stileliberisti più forti delle medie e lunghe distanze, è stato bronzo olimpico nella 4×200 stile libero ad Atene 2004, oltre a conquistare ori e podi in campo europeo e mondiale.
Davide Rummolo, specialista della rana, ha portato a casa il bronzo olimpico nei 200 rana a Sydney 2000, diventando poi campione europeo nel 2002.
Massimiliano Rosolino, infine, è uno dei volti più iconici del nuoto italiano: oro nei 200 misti, argento nei 400 stile libero e bronzo nei 200 stile libero, tutto in una sola Olimpiade, Sydney 2000, con un palmarès completato da innumerevoli medaglie mondiali ed europee.
Oggi sono a bordo vasca con il cronometro in mano, ma lo sguardo non è più quello del rivale in corsia. È quello del genitore, del tecnico, del testimone di una passione che ha saputo superare il tempo. Allenano, incoraggiano, sostengono. Non per rivivere il proprio passato, ma per accompagnare un futuro che ha preso una forma nuova: quella delle proprie figlie in corsia.
È la continuità che il nuoto sa raccontare meglio di tanti altri sport: fatta di sacrifici condivisi, vasche all’alba, viaggi e silenzi. Ma anche di gesti tramandati, di valori solidi, di identità che non si spezzano con il tempo.
Nei Criteria 2025 c’è anche questo. Non solo il talento, non solo i crono, ma la storia viva di uno sport che attraversa le generazioni. Che cambia volto, ma non cambia pelle.
E mentre le figlie nuotano, i padri si ritrovano nel riflesso dell’acqua. Forse con un po’ di nostalgia, sicuramente con un grande orgoglio.