Ho camminato anche stamattina lungo le mattonelle bianche del bordo vasca.
Il parcheggio era vuoto, ho scorto anche oggi il custode che spazzava il viale come ogni giorno. Quello stesso viale che ho visto buio, freddo, con la pioggia fermata a formare pozzanghere che dovevo saltare mentre mi sistemavo la sciarpa per ripararmi dal vento.
Oggi il sole è già caldo.
Il corridoio con le luci spente. Non ci sono mamme che si affannano a correre al lavoro.
Non c’è nessuno a lamentarsi che lo spogliatoio è freddo.
La corsia è libera. Guardo l’acqua trasparente e la trovo così bella ed accogliente. I riflessi degli specchi creano strani giochi di colori e luci.
Cuffia. Occhialini. Via.
Il nuotatore non conosce il susseguirsi delle stagioni
E’ Luglio. Mentre i tuoi compagni di scuola sono ancora a casa a dormire e riprendersi da una serata trascorsa in giro, tu sei già in acqua a racimolare le tue forze.
Si vive una sola stagione.
Non si chiama autunno, inverno oppure primavera.
La tua stagione è unica e non conosce distrazioni.
Diventi riconoscibile da quei segni lasciati dal costume olimpionico.
La cuffia e gli occhialini hanno disegnato sul tuo viso linee che d’estate sono l’argomento usato da tutti per prenderti in giro.
Mentre gli altri prenotano le vacanze tu desideri che tutti i tuoi sforzi siano ripagati dal tabellone nelle gare che dovrai affrontare quando gli altri saranno al mare.
Ti senti diverso, perché
Sei un nuotatore
Quando dici di essere un nuotatore stai descrivendo il freddo che provi d’inverno a spogliarti e buttarti in acqua. Vedi i mesi estivi che trascorrono tra allenamenti e brevi momenti di riposo.
Stai sentendo la tua spalla destra che pulsa, tira, le fitte improvvise alle braccia, quando di spostare acqua non ce la fanno più.
Quando dici di essere un nuotatore si apre la voragine nello stomaco che implora cibo, prima, durante e dopo gli allenamenti.
La sveglia che suona anche quando non c’è scuola.
I compleanni dimenticati, le feste disertate.
L’estate che trascorre allenandoti in piscine diverse, lontane anche chilometri.
Sei sempre stanco, sempre affamato, sempre affannato, sempre di corsa.
Essere un nuotatore ti insegna a rimanere solo.
A non ascoltare la voce che ti dice che è troppo tardi, o troppo presto, o che sei troppo stanco, troppo triste o troppo felice per allenarti.
Essere un nuotatore ti pone davanti costantemente ed incessantemente scelte che non vorresti prendere. Ti fa odiare ed amare il tuo corpo, la tua mente, alla quale non sono concesse distrazioni.
Apprezzi gli attimi, perché la tua vita è fatta di interminabili secondi.
Ascolti soltanto la voce che ti sta dicendo che anche oggi tra ciò che è semplice e ciò che è faticoso, tu sceglierai il lavoro.
Essere un nuotatore è desiderare di stare lì, aggrappato con le dita a tre centimetri di plastica, con il corpo piegato ed immobile.
La scelta della realizzazione dei propri sogni, che passa attraverso inverni freddi e calde estati trascorse in piscina.
Essere un nuotatore è il desiderio, il sogno rincorso per un anno, di essere a Roma ai Campionati estivi ad Agosto, piuttosto che su una spiaggia ad oziare.
Perché i sogni non vanno in vacanza, la sensazione di essere vivo solo in acqua dura 12 mesi all’anno.
Quella sensazione sarà la molla che ti farà scattare ogni giorno, ed anche quando tutti gli atri ti diranno di fermarti, di divertirti, di staccare la spina, tu non ti fermerai.
Perché sei un nuotatore.