L’Agenzia Antidoping Russa (RUSADA) ha inviato all’Agenzia Mondiale Anti-Doping (WADA) un avviso ufficiale di ricorso in appello contro le sanzioni ricevute.
Nella lettera inviata al WADA, RUSADA dichiara di non essere d’accordo con le punizioni inflitte. Queste prevedono la sospensione di 4 anni ed includono l’assenza della bandiera russa dai grandi eventi sportivi internazionali. Inoltre, la Russia non potrà ospitare e fare offerte per i grandi eventi.
L’appello è stato inviato anche se il direttore generale dell’Agenzia Russa, Yury Ganus, si è opposto suggerendo l’accettazione delle sanzioni.
La contestazione delle sanzioni aprirà ora il procedimento dinanzi alla Corte di Arbitrato per lo Sport (CAS).
In una lettera, Yury Ganus ha scritto
“mi rammarico di informarvi tutti che tutti i miei tentativi, compresi quelli di introdurre modifiche all’avviso di RUSADA, sono falliti”.
Ganus ha inoltre dichiarato pubblicamente che crede che non ci sia “alcuna possibilità di vincere la causa in tribunale”.
IL CASO
Dal giorno della pubblicazione delle sanzioni contro la Russia, l’opinione pubblica è quasi unanime nel considerare ingiusto qualsiasi divieto che non includa l’impossibilità per li atleti russi di partecipare alle prossime Olimpiadi. L’accusa è di aver manipolato i test antidoping prima di consegnarli alla WADA per l’ispezione dopo il rapporto McLaren.
Gli atleti russi che possono provare la loro innocenza o che non sono coinvolti nelle indagini, saranno autorizzati a gareggiare ai Giochi Olimpici di Tokyo sotto una bandiera neutrale.
La FINA non ha risposto alle richieste di informazioni sull’impatto che la sentenza del WADA avrà sugli eventi di nuoto già assegnati alla Russia.
I Campionati del Mondo in vasca corta del 2022 ed i Campionati Europei in vasca corta del 2021 e 2024 saranno infatti ospitati a Kazan.
La Russia sarebbe anche impossibilitata a presentare la candidatura per i Giochi Olimpici e Paralimpici del 2032.
Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che la decisione del WADA è “ingiusta” e “va contro il buon senso”.
L’applicazione delle sanzioni sarà sospesa fino all’esito del ricorso.