Siamo ormai dentro alle Paralimpiadi di Parigi 2024, ormai giunti alla meta dei viaggi speciali che abbiamo raccontato negli scorsi giorni. Tuttavia c’è ancora qualche viaggio che vogliamo raccontare e cui traguardo non si è ancora compiuto del tutto. E ve lo raccontiamo ora perchè siamo più vicini alla sua gara principale non perchè mi si è spento il computer prima che salvassi questo pezzo finito su Word giorni fa. No, no
Nel primo episodio abbiamo raccontato il viaggio di Alexa Leary: il suo ballo della vita.
Nel secondo articolo il viaggio di Ali Truwit e della sua amica-nemica acqua.
Nel terzo è toccato al viaggio di Abbas Karimi: tutte le volte che nuotare gli ha salvato la vita.
Nel quarto il viaggio di Elena Krawzow: niente le farà distogliere gli occhi dal podio
Nel 2006 un bambino vivace, in un villaggio della Cina vicino a Cangzhou subisce una grave folgorazione. Quel bambino di soli 5 anni perde entrambe le braccia, e con esse il suo entusiasmo. Grazie all’aiuto della sua famiglia, dei suoi amici e soprattutto della sua testa dura, però troverà la forza di rialzarsi. Quel bambino si chiama Guo Jincheng e in questi giorni sta stupendo il mondo tra le corsie della Defense Arena alle Paralimpiadi di Parigi 2024.
GUO JINCHENG
Guo Jincheng nasce nel 2001 nel villaggio di Dongguanzhuang, nella provincia di Hebei. Qui, all’età di circa 5 anni e mezzo il bambino è vittima di una folgorazione che gli causa la perdita di entrambe le braccia. Come potrete immaginare, un’incidente del genere è un duro colpo da accusare. Soprattutto se sei un bambino.
Guo Jincheng diventa presto timido, si chiude in se stesso e smette di giocare fuori con gli altri bambini. Così il padre Guo Shubo, molto preoccupato, si chiede “Cosa ne sarà del suo futuro se non riesce ad essere felice?”
Shubo inizia ad informarsi e viene a sapere di una selezione per persone con disabilità fisiche per entrare a far parte di una squadra di atleti ad alto livello. L’uomo pensa che questa sia la strada giusta per suo figlio. In fondo, anche non fosse diventato un campione, nuotare gli avrebbe potuto salvare la vita in momenti critici.
Guo Shubo così inizia a portare Jincheng a giocare vicino al bordo di uno stagno, e scopre che il bambino non ha paura dell’acqua. Quando compie 8 anni dunque, lo porta alle selezioni della squadra paralimpica. Il bambino viene scartato in quanto è troppo piccolo per la selezione, ma l’allenatore della nazionale decide di tenerlo d’occhio.
All’epoca era piccolo e magro, timido e introverso, ma i suoi occhi brillavano di una luce speciale: Guo Jincheng era determinato a non restare indietro rispetto agli altri.
JINCHENG HA LA TESTA DURA – La determinazione di tutti i giorni
La mancata selezione non l’ha abbattuto, anzi. Il padre inizia a comprendere quanto sia dura la testa di suo figlio quando un giorno gli chiede di insegnargli ad andare in bici. Andare in bici? Sarà l’ennesimo capriccio – pensa. Tuttavia, Guo Jincheng contro ogni previsione impara davvero, tra l’orgoglio e la preoccupazione del padre.
All’età di 12 anni i due si presentano di nuovo alle selezioni nazionali, e questa volta viene subito accolto in squadra. Ma la vera sfida di Guo Jincheng non è tanto l’allenamento, quanto la vita quotidiana.
I costumi sono stretti e non riesce a indossarli da solo. Inoltre a causa della sua altezza non riesce a portare i piedi sul tavolo per mangiare e deve sdraiarsi e usare la bocca.
Il dodicenne è in grado di gestire i suoi bisogni, ma vivere da soli a quell’età non è facile per nessuno, figuriamoci nelle sue condizioni.
Per fortuna però, la squadra di nuoto si rivela una grande famiglia: lo aiutano a legarsi le scarpe, a mettere il costume e a prendere da mangiare. Nel frattempo poi Guo Jincheng impara a svolgere tutte queste attività senza l’aiuto di nessuno.
“È solo questione di abitudine”-dice facendo apparire la sua quotidiana perserveranza come una passeggiata.
…IN TUTTI I SENSI – La determinazione in allenamento
Superate le avversità della vita quotidiana, Guo Jincheng scopre che anche la vita da atleta è piena di difficoltà. Senza le braccia il ragazzo cinese deve imparare a mantenere l’equilibrio in acqua, e deve fare affidamento principalmente sulla forza degli addominali e delle gambe. Equilibrio e resistenza. E gli allenamenti si intensificano. Si allena in acqua per oltre 6 ore al giorno e anche alla fine della sessione continua con le sue serie, tanto da dimenticarsi anche di mangiare.
Guo Jincheng ha la testa dura ma lo è altrettanto con se stesso. Inoltre il suo allenatore è molto severo e non fa eccezioni con Jincheng, anzi. Spesso gli allenamenti per l’equilibrio comprendono vasche su vasche nuotate con il mento appoggiato sulla tavoletta, che gli causa ferite sul mento, a cui non fa però caso. Per allenare la forza invece il suo coach lo fa nuotare con un disco da 1.5kg sul petto o con buste piene d’acqua ai piedi. I suoi allenamenti raggiungono spesso i 10km. Oltre alla forza, il nuotatore deve imaprare le tecniche di gara e si allena in tutti gli stili. Per la partenza a dorso per esempio deve stringere un asciugamano tra i denti, mentre l’allenatore tiene l’altra estremità a bordo vasca. Anche i muscoli delle sue guance si rinfrozano in modo evidente.
Per migliorare la veocità dei 50 stile libero Guo e il suo allenatore si concentrano sull’apnea, con l’obiettivo di ridurre al massimo il numero di respiri durante la gara, in modo da non rompere la tensione dell’acqua, ed evitare l’attrito. Negli allenamenti si spinge sempre oltre i suoi limiti, fino quasi a soffocare. “Se mi sento stordito alla fine della serie, allora ho fatto un buon lavoro”. Dai 30 secondi di capacità di apnea iniziale, Guo Jincheng riesce ora a stare quasi 2 minuti sott’acqua.
Per ridurre ancora la resistenza dell’acqua, ed evitare i problemi del mettere e togliere la cuffia, Guo Jincheng si rasa a zero prima di ogni gara. Per effetturare l’arrivo più velocemente possibile si lancia contro il muretto con la testa, spesso colpendo il bordo molto forte. Le piastre delle gare non sono così dure e non fanno malissimo, racconta il ragazzo cinese, ma in allenamento no. All’inizio la sua determinazione nel toccare il muro prima di tutti lo annebbia dal controllare la forza con cui lancia verso l’arrivo, e spesso si procura dei bernoccoli.
Non solo alla testa però, i duri allenamenti lasciano segni importanti sul corpo di Guo Jincheng. Strappi muscolari, carenze di ossigeno, aritmie. Un giorno addirittura il padre di Guo riceve una chiamata dal coach che gli comunica che i monconi delle braccia del figlio si sono infettati e richiedono un intervento.
Ma per Guo Jincheng affrontare tutto questo non è stato difficile.
“Perchè io voglio essere il migliore”
E quando un allievo esigente incontra un maestro severo i risultati non si fanno attendere.
IL PIÙ DURO DEL MONDO – Parigi 2024
Affinata la tecnica, tra cui quella dell’arrivo, per cui ha sviluppato, citando le sue parole, una testa di ferro, Guo Jincheng è pronto per le prime competizioni. Nel 2014 partecipa alla sua prima grande gara ai Campionati Nazionali di Para Nuoto, ma non riesce a salire sul podio. Per la prima volta nella sua vita natatoria si scoraggia e pensa quasi di smettere. Per fortuna ancora una volta la sua squadra risponde presente e gli inietta nuova fiducia. Alla gara successiva vince un argento e un bronzo.
Qualche anno dopo, nel 2019 inizia a salire sul podio di varie competizioni internazionali, ma è solo nel 2022 ai Campionati Para Asiatici che si fa conoscere dal grande pubblico sportivo. In quell’occasione il 21enne vince tre ori e tre argenti, di cui una nei 100 rana SB6, di una categoria superiore alla sua.
Se il padre Guo Shubo ancora non ha realizzato la potenza del figlio, ciò avviene sicuramente durante i Mondiali di Manchester dell’anno scorso, 2023. Lì Guo Jincheng diventa il primo uomo S5 a nuotare i 50 stile libero sotto i 30 secondi. Solo con le gambe. Meno di 30 secondi. Impressionante. Ai Mondiali vince altri tre ori nei 200 misti SM5, e nelle staffette 4×50 mista e 4×50 stile (20 punti). Inoltre vince un argento nei 50 farfalla e un bronzo nei 50 dorso, entrambe nella categoria S5.
Il ragazzo cinese si è presentato dunque a Parigi 2024 con una prestigiosa bacheca, ma soprattutto con la testa dura e la determinazione che lo caratterizzano:
“A Parigi voglio vincere almeno due ori”
Questa è l’ambizione manifestata dal 23enne di Hebei prima dei Giochi. Per ora è a metà dell’opera, avendo aggiunto al suo palmares due argenti nei 100 stile e nei 50 dorso S5, e l’oro nella staffetta 4×50 stile vinta con la sua Cina. Guo Jincheng ha ancora due possibilità per realizzar il suo sogno: i 50 stile libero, di cui è primatista del mondo e i 50 farfalla. La seconda gara sarà domani, Venerdì 6 settembre, mentre la finale dei 50 stile S5 sarà questa sera, 5 settembre. Nelle batterie Guo ha già stabilito il record paralimpico, scendendo nuovamente sotto i 30 secondi, ma citando uno dei migliori consigli che regala ai suoi piccoli tifosi il prodigio cinese, il segreto è porsi piccoli obiettivi da raggiungere in ogni fase.
Mentre dunque aspettiamo di scoprire se il sogno di Guo Jincheng si realizzerà fino in fondo, già qui a Parigi, assaporiamo le parole consigliate da uno dei più grandi atleti di sempre, nate durante un viaggio incredibile che si concluderà Sabato alla Defense Arena.
Sarò l’eroe di me stesso