Si lavora duro, ci si allena.
Poi qualcosa succede.
Non sempre, ovviamente, ma ci sono gare che vorresti fare daccapo ed altre che non avresti mai voluto nuotare.
Quando sei lì, davanti a quel risultato che non ti aspettavi cosa fai?
Ci si sente frustrati, inadatti.
Si vorrebbe una risposta immediata, chiara e comprensibile. Ecco, è successo questo, datemi una risposta e sono pronto a ri-tuffarmi anche ora.
Rimanere motivati durante un’intera stagione non è cosa facile. Ed allora come si va avanti?
Come si supera il momento in cui la scarsa stima che provi per te stesso può far naufragare ogni tua speranza?
Il circuito di retroazione
La disperazione che proviamo quando non realizziamo ciò che vogliamo è una cosa. Ma non essere capaci di afferrare il motivo e farlo nostro è un’altra.
Le risposte le abbiamo, ma speso non le vogliamo sentire.
Non sto parlando di giustificazioni o scusanti. Ma di un chiaro ed onesto esame di coscienza.
“Ok, questa è la ragione per cui non ho nuotato come avrei voluto.”
Senza questa conoscenza di base di causa-effetto che cosa succede?
Sperimentiamo che impotenza e frustrazione si traducono spesso in: “Non sarò mai il nuotatore che voglio essere.”
E’ un pugno secco dritto in faccia. Fa male.
Questo sport però ci offre un’opportunità unica: la misurazione.
1. Ripartire misurando le cose che contano.
Il nuoto, nella sua infinita complessità offre molte opportunità per misurare le prestazioni.
Il punto sulla nostra forma però non va fatto solo in gara.
Del resto, in uno sport che è caratterizzato dalla misurazione del tempo, perché rimandare alle gare questo aspetto?
Il nostro sport è maledettamente numerabile.
Il cronometro esiste in tutte le piscine, non solo sul tabellone al grande incontro.
Misuriamoci. Facciamolo continuamente.
Decidiamo cosa conta per noi ed iniziamo a misurarlo.
Gli allenamenti ai quali siamo presenti, i km che percorriamo, le nostre distanze preferite.
Divertiamoci con il passo gara, senza paura e senza tirati indietro.
2. Confrontare e valutare.
Ora che stiamo misurando cosa conta per noi svilupperemo un nuovo livello di consapevolezza.
La vera consapevolezza di sé è una di quelle competenze che ben pochi di noi hanno. E’ la capacità di valutare oggettivamente il nostro percorso.
I dati sono oggettivi. Sono completamente avulsi da ciò che noi pensiamo delle nostre possibilità.
Nel bene e nel male. Possiamo sopravvalutarci o al contrario pensare di essere molto peggio di ciò che siamo realmente.
I dati non mentono. Mai.
Misurare crea un ciclo di feedback positivi che si rafforza ed incoraggia migliori prestazioni.
Dopo qualche settimana saremo in grado di renderci conto di ciò che sta funzionando e di ciò che invece va migliorato. E possiamo cambiare rotta.
Così, in sintesi, questa è la vostra missione:
- Iniziare a misurare le cose più importanti per voi.
- Valutarle regolarmente.
- Modificarle o semplicemente svilupparle per ottenere il massimo.
Allenamenti più consistenti creano aspettative realistiche.
Realizzato grazie a Olivier Leroy-Poirier