Durante i Campionati Europei degli sport Acquatici in svolgimento a Roma, l’azzurro Giorgio Minisini ha scritto la storia del nuoto artistico.
Giorgio Minisini, romano classe 1996, pionere del nuoto artistico italiano nel settore maschile, ha coronato il sogno di vincere davanti al suo pubblico il primo titolo della storia assegnato nel solo tecnico maschile. Con il punteggio di 85.7033 punti, distribuiti in 26.4 per l’esecuzione, 25.9 per gli elementi e 33.4033 per l’impressione artistica, ha colto l’oro davanti allo spagnolo Fernando Diaz Del Rio (79.4951 punti) e il serbo Ivan Martinovic, terzo con 58.8834 punti.
Due mesi fa in una lunga lettera aperta sul sito theowlpost.it Giorgio si è raccontato, parlando del percorso intrapreso nel nuoto artistico, condiviso per molto tempo con il Teakwondo:
“Nello sport ho vissuto un simile dualismo, incapace com’ero di guardare oltre la ragion d’essere del giorno presente. Il nuoto sincronizzato era il lascito culturale dei miei genitori, e una passione che ho sempre perseguito, amalgamandola come meglio potevo alla pallanuoto, la magnifica idea di mio fratello, e al taekwondo, di cui, molto più prosaicamente, aprirono una scuola proprio sotto casa.
(..)
Una disciplina al giorno, una lezione al giorno, una versione di me al giorno: senza l’obbligo di dover scegliere una strada che, a beneficio del parere altrui, avrebbe definito la persona che sono più del necessario.”
Uno sport, il nuoto artistico, che solo negli ultimi anni ha aperto le porte al settore maschile, prima nel duo misto, ovvero una coppia formata da un uomo e una donna, e solo più di recente al solo maschile.
“Non ho mai pensato al peso di essere unico, non ho mai neppure pensato alle conseguenze che avrei dovuto affrontare per essere stato il primo a farlo. E non mi sarei mai accorto che fosse “diverso” se qualcuno non avesse provato a farmelo notare.”
Oggi, dopo tre titoli mondiali e un palmares ricco di successi e soddisfazioni, Giorgio ha raggiunto un equilibrio e una consapevolezza diversa, grazie soprattutto al confronto con il resto del mondo
“La bellezza è nell’occhio di chi guarda, ma altrettanto lo sono anche il pregiudizio e le paure, e sono servite le prime garette all’estero, e gli applausi di chi non mi guardava solo come una curiosità statistica o culturale, per capire che forse la cosa migliore da fare era liberarsi definitivamente dall’adolescenza e dei suoi tabù.
Il rancore non abita qui, né lo fanno l’incertezza e la solitudine, perché oggi sulle orme dei miei passi sta nascendo un movimento intero, con una propria identità ed un preciso posto nel mondo.”
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