Il botta e risposta tra la World Anti-Doping Agency (WADA) e la United States Anti-Doping Agency (USADA) ha vissuto un nuovo capitolo infuocato, con al centro ancora una volta il caso dei 23 nuotatori cinesi risultati positivi alla trimetazidina (TMZ) nel 2021. L’intervento del CEO USADA Travis Tygart davanti a una sottocommissione del Senato USA ha provocato la ferma reazione della WADA, che ha definito le sue dichiarazioni “non fondate scientificamente”.
Le Accuse Di Tygart
Secondo quanto riportato dall’Associated Press, Tygart ha affermato che per risultare positivi alle concentrazioni riscontrate, gli atleti cinesi avrebbero dovuto ingerire “circa 5 kg di cibo contaminato o quasi 5 litri di liquido”. Durante l’audizione, Tygart ha ironizzato sul fatto che fosse “incredibile pensare che Trilli (Tinkerbell) sia arrivata a spargere magicamente il TMZ in cucina”.
Le affermazioni si baserebbero su un’analisi interna di USADA su un report tecnico commissionato dalla stessa WADA, ma l’agenzia mondiale ha reagito con fermezza.
La Replica Di WADA
In un comunicato rilasciato alla testata russa TASS, la WADA ha definito le parole di Tygart “fuorvianti e sensazionalistiche”:
“Le dichiarazioni del sig. Tygart non si basano sulla scienza né sui fatti. Sembrano fatte esclusivamente per sostenere una narrazione preconfezionata”.
La WADA ha ribadito che le tracce di TMZ trovate nei campioni erano compatibili con contaminazione alimentare, spiegando che “tutti gli esperti scientifici coinvolti hanno concordato su questa valutazione”. L’agenzia ha inoltre accusato Tygart di “aver fuorviato il Senato e l’opinione pubblica, con alcuni media che hanno ripreso tali affermazioni senza verificarne l’attendibilità”.
Un Caso Che Divide
Il caso è scoppiato pubblicamente soltanto nell’aprile 2024, sebbene i test risalgano a gennaio 2021, durante un collegiale della nazionale cinese in un hotel. Le autorità cinesi avevano attribuito le positività a una contaminazione accidentale e la WADA, dopo verifica, aveva accettato la spiegazione senza procedere a sanzioni.
Ma la vicenda ha generato attrito diplomatico, portando l’Ufficio per la Politica Nazionale Antidroga della Casa Bianca (ONDCP) a congelare il contributo annuale di 3.6 milioni di dollari destinato alla WADA. Lo stesso presidente dell’agenzia mondiale, Witold Banka, ha più volte accusato Tygart di “ipocrisia” e di voler politicizzare la lotta antidoping.
Prospettive
In attesa dei prossimi sviluppi, la frattura tra WADA e USADA sembra tutt’altro che sanata, con riflessi importanti sull’equilibrio internazionale nella gestione dei controlli antidoping. Intanto, il caso TMZ continua a sollevare interrogativi su trasparenza, comunicazione e credibilità nel mondo sportivo globale.