Se avessi saputo che era l’ultima vasca della stagione, cosa avresti fatto?
La ricordo l’ultima vasca, come ricordo l’ultima gara.
Era venerdì, 6 Marzo 2020.
Ricordo che dopo un’ora e mezza, quel “100 sciolto e a casa” lo feci come al mio solito: 25 a rana, 75 a stile.
Non c’era fretta. Potevo dilungarmi sotto la doccia godendo della mia beauty routine perché a casa avrei trovato mamma intenta a prepararmi il mio bel piatto di pasta. Il premio per il lungo sforzo.
Se avessi saputo che era l’ultima non avrei cambiato nulla.
Due giorni dopo cambia il mondo, il nostro mondo. Non vedo la piscina e la mia mamma da allora. So che mamma sta bene e questo mi tranquillizza.
Quello che oggi non so è quando rivedrò la mia corsia, quando potrò nuotare di nuovo quel 100 sciolto, 25 a rana e 75 a stile.
Da quel momento, ho vissuto una situazione che mai avevo provato prima d’ora. Lo stare. La stasi.
Un’apnea lunga 40 giorni, io che a stento riesco ad emergere dopo le bandierine.
L’odore dell’amuchina che prende il posto di quello del cloro. Qualcuno penserebbe che sono simili, si sbaglia.
L’amuchina è l’odore della paura, del distanziamento sociale, dell’incertezza e dell’angoscia.
Il cloro è il profumo della fatica, delle tue certezze, del contatto umano, della felicità assoluta.
Se avessi saputo che era l’ultima gara della stagione avrei messo le gambe dall’inizio. Sarei arrivata morta alla piastra e l’avrei colpita così forte da spaccarla. Non avrei avuto il timore di perdere completamente il controllo negli ultimi 25 metri. Lo avrei perso da subito. Mi sarei fatta scoppiare il cuore in petto, prima di questa stasi.
Ci rivedremo. Occhialini ben saldi. Testa presente e cuore in mano.