Ieri, nella sede di Losanna, Thomas Bach ha passato il testimone della Presidenza Del Comitato Olimpico Internazionale a Kirsty Coventry fra applausi e commozione. Ma mentre nelle sale del CIO riecheggiavano “Chariots of Fire” e “Imagine”, fuori dal campus svizzero esplodeva un mondo in fiamme: dal conflitto in Ucraina ai raid su Gaza, fino alle tensioni tra Stati Uniti e Iran.
Coventry eredita un’organizzazione finanziariamente solida, frutto delle politiche anti-doping e dei fondi d’emergenza creati da Bach.
Tuttavia, il suo primo compito sarà distinguere il Movimento Olimpico dalla propaganda statale che strumentalizza le competizioni.
La presidente, ex nuotatrice e ministro dello Sport dello Zimbabwe, punta su un approccio collaborativo per negoziare con le grandi potenze e istituire una task force sugli atleti coinvolti in teatri bellici.
Tra le priorità di Coventry spiccano la tutela dei valori di inclusione della carta olimpica, il mantenimento degli sponsor in tempi di crisi economica e organizzativa, e un dialogo diretto con amministrazioni come quella americana per garantire il successo di Los Angeles 2028.
La sfida è ambiziosa: dimostrare che lo sport può davvero restare “al servizio dello sviluppo armonioso dell’umanità” quando le armi continuano a parlare più forte.