Con un post su Instagram Katinka Hosszu, una delle nuotatrici più celebri, vincenti e iconiche degli ultimi 15 anni ha annunciato il ritiro dal nuoto agonistico.
Una carriera stellare quella della magiara, che va oltre i sensazionali risultati ottenuti, il cui apice è stato toccato durante i Giochi di Rio 2016 dove ha conquistato 3 ori e un argento individuali. Un’atleta poliedrica e apparentemente instancabile che ha fatto del duro lavoro e della sua immagine da Iron Lady (il soprannome che la accompagna da oltre 12 anni) un brand e un modo di vivere la vita da atleta professionista.
Sono molte le statistiche che accompagnano il nome di Katinka Hosszu nei libri di storia, come l’aver sfiorato quota 100 medaglie internazionali tra olimpiadi, mondiali ed europei, oppure il numero di gare vinte nel circuito di coppa del mondo con un irraggiungibile 321. Hosszu è la prima atetla della storia del nuoto ad aver accumulato un milione di dollari in premi vinti durante le gare (esclusi quindi sponsor o contratti personali), aiutando con l’esempio a porre l’attenzione sul concetto di nuotatore professionista e sul valore degli sportivi nella società.
Dopo aver partecipato ai Giochi Olimpici di Atene 2004, Pechino 2008, Londra 2012, Rio 2016 e Tokyo 2020, ha tentato la qualifica per Parigi 2024 al rientro dalla gravidanza, non riuscendo nell’impresa.
Leggi la lettera che ha scritto alla figlia Kamilia.
Queste le parole usate da Hosszu per annunciare il ritiro:
“Annuncio il mio ritiro.
Grazie a tutti coloro che ne hanno fatto parte.
Per trent’anni l’acqua è stata la mia casa, un santuario dove trovavo conforto e forza. Fin dal primo momento in cui, da bambino, ho messo piede in piscina, ho capito di aver scoperto qualcosa di magico. Il fresco abbraccio dell’acqua era come tornare a casa, un luogo dove la gravità cessava di esistere e ogni colpo del braccio mi avvicinava ai miei sogni.
Con il progredire della mia carriera nel nuoto, sono passata dall’essere una bambina curiosa a essere una delle nuotatrici più affermate di sempre. Ogni singola competizione che ho vinto non è stata solo la dimostrazione del mio duro lavoro e della mia dedizione, ma anche il riflesso delle innumerevoli ore di allenamento, dei sacrifici fatti e del sostegno incrollabile della mia famiglia e dei miei allenatori. Non dimenticherò mai l’emozione della gara: la scarica di adrenalina mentre ero sul blocco di partenza, il mondo che svaniva, rimanevano solo il suono del battito del mio cuore e la promessa della gara.
Nel corso della mia carriera ho imparato lezioni preziose che vanno ben oltre lo sport. Il nuoto mi ha insegnato la perseveranza di fronte alle avversità, l’importanza della disciplina e la bellezza del lavoro di squadra. Ho stretto amicizie durature, abbiamo riso e pianto insieme, ho vissuto la gioia delle vittorie e le lezioni delle sconfitte. Ogni competizione era un nuovo capitolo, un’opportunità per superare i miei limiti ed esplorare le profondità del mio potenziale.
Ora, ripensando alla mia carriera, provo un immenso senso di realizzazione. Medaglie e record hanno un valore inestimabile, ma ciò che mi è rimasto più impresso è il mio amore eterno per il nuoto. Anche dopo aver appeso la tuta da gara, l’acqua continua a chiamarmi. Trovo ancora tanta gioia nel battito del ritmo delle braccia, negli schizzi morbidi e nella pacifica solitudine percepita sotto la superficie.
Negli anni a venire spero di condividere questa passione con gli altri, insegnando ai giovani nuotatori la magia che ho trovato nell’acqua e incoraggiandoli a seguire i loro sogni. Per me il nuoto non è solo uno sport; un viaggio lungo una vita, pieno di amore, crescita e ricerca dell’eccellenza. Ogni volta che mi immergo in un nuovo giorno, porto con me le lezioni apprese e la mia fede eterna in questo sport.”