Israele invierà tre nuotatori ai Campionati Mondiali del 2024 dopo aver espresso in precedenza dubbi sulla loro sicurezza a Doha, in Qatar.
Sebbene l’Associazione Israeliana di Nuoto (ISA) avesse dei dubbi sulla sicurezza dei nuotatori che si recavano in un paese alleato di Hamas, il Servizio di Sicurezza Israeliano (Shin Bet) ha apparentemente ritenuto il viaggio sicuro, anche se ha rifiutato di commentare. Alla fine dello scorso anno, l’ISA ha dichiarato che non avrebbe inviato una squadra a Doha.
Anastasia Gorbenko, due volte campionessa mondiale di SCM (50 rana e 100 misti), andrà a caccia della sua prima medaglia ai Mondiali in vasca lunga a Doha. L’anno scorso si è piazzata al 5° posto nei 200 misti (2:10.08) a Fukuoka, ma c’è una chiara via d’accesso al podio con il 2° posto di Alex Walsh e il 4° posto di Jenna Forrester assenti dalla competizione di quest’anno. La Gorbenko è iscritta anche nei 200 stile libero, 200 dorso, 100 rana e 400 misti oltre alla specialità dei 200 misti.
Daria Golovaty, 18 anni, promessa di Louisville, gareggerà nei 100, 200 e 400 stile libero al suo terzo Campionato del Mondo. L’anno scorso si è piazzata al 27° posto sia nei 200 stile libero (1:59.77) che nei 400 stile libero (4:14.33). Golovaty e Gorbenko si allenano insieme all’allenatore canadese di origine inglese Tom Rushton fino alla fine di febbraio.
Il giovane Denis Loktev completa la squadra israeliana partecipando ai 100 e 200 stile libero. L’anno scorso si è piazzato al 21° posto nei 200 stile libero (1:47.08) a Fukuoka.
Con soli tre nuotatori diretti a Doha, Israele non parteciperà a nessuna staffetta ai Campionati Mondiali del 2024. Le prime tre staffette dei Mondiali 2023 e le 13 staffette più veloci dei Campionati Mondiali 2023 e 2024 riceveranno l’invito olimpico per Parigi quest’estate.
Il Qatar ha da tempo fornito sostegno finanziario e rifugio politico ad Hamas, l’organizzazione che ha ucciso 1.200 israeliani e preso centinaia di ostaggi durante il brutale attacco del 7 ottobre. Da allora Israele ha ucciso più di 26.000 palestinesi nella Striscia di Gaza, una risposta implacabile che ha portato a una causa per genocidio presso la Corte Internazionale di Giustizia.
Il Qatar sostiene che la sua affiliazione ad Hamas gli permette di mantenere una certa influenza politica, cosa che ha dimostrato negli ultimi mesi negoziando il rilascio degli ostaggi.
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