Articolo in collaborazione con Braden Keith
L’ultimo atto in ordine di tempo nella battaglia in corso tra la International Swimming League e la FINA è arrivato lunedì.
L’organo di governo mondiale del nuoto ha annunciato un nuovo campionato del mondo che inizia proprio nel mezzo del programma di inizio della Lega pro.
Una nuova resa dei conti tra le due forze più grandi (e più ricche) del nuoto internazionale in questo momento.
È chiaro che la FINA non ha chiesto il parere della ISL prima di riprogrammare i Campionati del Mondo.
Altrettanto chiaro è che la ISL non si aspettava nulla di diverso, dati i precedenti.
Tuttavia, la ISL ha anticipato l’inizio consueto della stagione a Giugno, proprio approfittando del “buco” creato dal rinvio dei Campionati del Mondo FINA di Fukuoka al 2023.
È una battaglia di potere con poca cooperazione, uno fa una mossa e l’altro fa una contromossa.
Le due parti in questione sono già l’una contro l’altra su più fronti:
- battaglia giudiziaria sul tentativo della FINA di bloccare gli atleti dalla competizione ISL
- La ISL, d’altra parte, sta cercando di tenere gli atleti fuori dalle Coppe del Mondo FINA, anche usando incentivi finanziari piuttosto che minacce di sospensione per farlo.
- Il programma di sovrapposizione dei campionati del mondo e il tour degli Stati Uniti della ISL
- Sovrapposizione dei Mondiali con le tappe della ISL
- Escalation di premi in denaro
- Clausole di esclusività
- L’intenzione dell’associazione degli atleti di negoziare una quota maggiore delle entrate olimpiche, inevitabilmente a scapito finanziario della FINA.
LA GUERRA PER L’ATTENZIONE DEGLI ATLETI. E TUTTI GLI ALTRI?
In ognuno di questi casi, le due organizzazioni sono in guerra per l’attenzione e l’impegno degli atleti.
Non per i fan, non per gli spettatori, non per gli acquirenti di biglietti, ma per il cuore degli atleti.
Le due organizzazioni credono nei fan, ma preferiscono un’idea di fan che possono usare per vendere pacchetti di hosting e pubblicità. Sul coinvolgimento diretto degli appassionati sembra che nessuno ci voglia lavorare.
Forse più di ogni altro sport al mondo, il nuoto ha mantenuto le abitudini della vecchia scuola che fanno pendere l’ago della bilancia della competizione selvaggiamente a favore degli atleti.
Rinunce a gare ed eventi, incontri nel bel mezzo della stagione collegiale. Risultati, video, dirette delle gare quasi impossibili da avere. Tutte cose che beneficiano gli atleti a scapito di appassionati o aspiranti tali che potrebbero pompare i soldi in questo sport.
EQUILIBRIO
Odio le battaglie morali su priorità tra fan e atleti.
La realtà è che ci deve essere un equilibrio per uno sport per prosperare a livello competitivo e finanziario.
Tutti nella stanza al tavolo delle decisioni devono tendere all’equilibrio per massimizzare le entrate e massimizzare i profitti.
Qualsiasi altra vittoria è un castello di carte insostenibile.
Offrire agli atleti incentivi finanziari per rimanere con la ISL a scapito di altra concorrenza commerciale è utile solo alla ISL.
Toglieranno ai fan la possibilità di vedere i propri idoli. Agli atleti verrà tolta la possibilità di fare quello che è il loro lavoro.
Inserire un Mondiale in modo da interrompere la ISL è un grande risultato per FINA, perché sa che la maggior parte degli atleti sceglierà il loro incontro. Tuttavia, ecco che di nuovo all’atleta verrà chiusa una porta.
Ed in questa guerra dove gli atleti sembrano marionette tirate per i piedi da una parte e dall’altra ci rimette il cuore pulsante di questo sport.
Da una parte ISL, dall’altra FINA.
Chi vuole gli atleti migliori al mondo, chi i voti delle Federazioni.
Se gli spalti sono vuoti, senza spettatori, o se il pubblico da casa non riesce a vedere tranquillamente una gara, nessuno perde il posto. Nessuno si strappa i capelli dalla disperazione.
A voler essere in buonafede potremmo allora pensare che entrambe le parti vedano nel controllo degli atleti il migliori modo per offrire spettacolo al pubblico.
Tuttavia, i fan iniziano a non credere più a nessuno.
Calendario confuso, regole a volte incomprensibili, i media lasciati alla mercé di qualche post sui social media.
Quindi chi, in questa stanza sempre più affollata, alzerà la mano e dirà
e gli atleti?”
E i fan?
Noi continueremo sicuramente a combattere questa battaglia.