Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha respinto con veemenza le critiche mosse da funzionari ucraini. Era stato accusato di promuovere la guerra in Russia in seguito alla decisione del comitato di prendere in considerazione la possibilità che i russi gareggino alle Olimpiadi del 2024.
L’assistente presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha inviato lunedì un tweet dai toni forti, accusando il CIO di aver preso in considerazione la possibilità di far gareggiare la Russia a Parigi 2024 come promotore di “guerra, omicidio e distruzione”.
#IOC is a promoter of war, murder & destruction. The IOC watches with pleasure RF destroying 🇺🇦 & then offers 🇷🇺 a platform to promote genocide & encourages their further killings.
Obviously ru-money that buys Olympic hypocrisy doesn’t have a smell of 🇺🇦 blood. Right, Mr. #Bach?— Михайло Подоляк (@Podolyak_M) January 30, 2023
Il CIO ha risposto con la seguente dichiarazione, per gentile concessione della CNN:
“Il CIO respinge con la massima fermezza questa e altre dichiarazioni diffamatorie.
Non possono servire come base per alcuna discussione costruttiva. Pertanto, il CIO non intende commentarle ulteriormente”.
Durante il suo discorso notturno di sabato, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è espresso sul punto.
Nel discorso ha dichiarato di aver
“scritto una lettera ai presidenti delle Federazioni sportive internazionali con l’invito a riconsiderare la decisione del Comitato Olimpico Internazionale di riportare gli atleti russi alle competizioni internazionali”.
Secondo Zelensky, una volta che “gli atleti russi appaiono nelle competizioni internazionali, è solo questione di tempo prima che inizino a giustificare l’aggressione della Russia e a usare i simboli del terrore”.
Il CIO ha dichiarato di essere aperto alla partecipazione di atleti russi e bielorussi a Parigi 2024 come neutrali sotto la bandiera olimpica.
Il CIO ha dichiarato di aver “accolto con favore e apprezzato l’offerta del Consiglio Olimpico dell’Asia di dare a questi atleti (russi e bielorussi) l’accesso alle competizioni asiatiche”. Ha aggiunto che ogni federazione sportiva è “l’unica autorità per le proprie competizioni internazionali”.