Nella mia esperienza ho osservato alcuni comportamenti da parte dei genitori che più che agevolare la crescita dei figli, sembrano mortificarla.
Spesso i ragazzi manifestano reazioni più ad una parola o ad un gesto dei genitori, che a quelle del proprio allenatore. Dal confronto con i ragazzi e con gli allenatori ho dunque stilato alcune conclusioni, sulle quali spero che esprimiate i vostri suggerimenti e pareri.
Ecco dunque le dieci regole che i genitori dovrebbero osservare!
10. ASCOLTARE
Sembrerebbe facile, ma spesso siamo così concentrati sulle nostre opinioni da lasciare poco spazio a quelle delle altre persone. L’ascolto attivo richiede di mettere in campo tutta la sensibilità, l’attenzione, la comprensione, l’intelligenza, l’empatia di cui siamo capaci. Ascoltando ci mostriamo aperti al dialogo ed instauriamo con gli altri un contatto autentico in modo da avviare una comunicazione efficace e proficua.
9. ESSERE PROPOSITIVI
Quante volte qualsiasi proposta venga dalla squadra o da un altro genitore trova il nostro secco “no”?
Quando si devono fare scelte per i nostri figli o per tutti, che sia la scelta della “divisa” o l’itinerario da seguire per una trasferta, assumere un atteggiamento di chiusura non aiuterà nessuno. Essere propositivi vuol dire assumere un atteggiamento analitico, costruire soluzioni ai problemi e pensare a delle alternative per agire.
Per migliorare una situazione basta pensare a proposte ragionate, senza farsi prendere da impulsi e irrazionalità. Abbozzare un progetto e mettere in atto soluzioni per realizzarlo è un esempio.
Tutta la squadra vi ringrazierà.
8. NON CRITICARE L’ALLENATORE CON I FIGLI
Ricordiamoci tutti che i nostri figli sono in buone mani. Anche se abbiamo un passato di atleti o se siamo noi stessi allenatori, nostro figlio non è il nostro atleta.
Se sorgono problematiche o vi sono situazioni particolari da gestire, non lasciarsi andare a critiche distruttive nei confronti dell’allenatore davanti ai propri figli.
La soluzione migliore è sempre il dialogo. Gli adulti siamo noi, e dobbiamo essere esempio di razionalità e gestione delle difficoltà agli occhi dei nostri piccoli nuotatori
7. EVITARE PRESSIONI
I nostri figli non devono mai pagare il prezzo delle nostre frustrazioni o dei nostri sogni infranti per questo o quel motivo.
Frasi tipo: “alla tua età io nuotavo questa distanza due secondi meno di te” o peggio: “Devi vincere il titolo perchè faccio tanti sacrifici per farti fare sport” provocano nei nostri figli inutili sensi di colpa o di inferiorità che potrebbero portarlo anche ad odiare ciò che fa perchè non lo fa come mamma o papà desidera!
6. NON FARE PARAGONI CON GLI ALTRI ATLETI
Poche cose sono peggiori che ascoltare il proprio papà o la propria mamma fare paragoni con altri atleti.
Il rendimento in allenamento o i risultati delle gare sono sempre individuali e riguardano il percorso del singolo.
Un continuo paragone farà guardare come rivale/avversario il compagno di corsia che magari si considera invece un caro amico, una persona che soffre ma si diverte con noi ogni giorno durante gli allenamenti
5. NON DIRE NULLA
Abbiamo già approfondito l’argomento nel precedente articolo (clicca qui per leggerlo). A volte un silenzio, un abbraccio o un cenno del capo possono essere di conforto molto più di mille parole.
4. COLLABORARE CON GLI ALTRI GENITORI
Per il bene dei nostri figli e lo sviluppo della loro personalità all’interno della squadra, bisognerebbe evitare attriti o incomprensioni con gli altri genitori. Ricordiamo che gli adulti siamo noi e che la collaborazione porta vantaggi a tutti!
3 PREMIARE GLI SFORZI ED I SUCCESSI
L’anno sportivo è ricco di appuntamenti, spesso ci si ritrova per tanti week end sulle tribune delle piscine guardando le gare dei nostri figli. Ogni successo va però festeggiato.
Conosciamo bene la luce negli occhi dei nostri figli quando felici corrono dopo una gara andata bene. Un abbraccio, una parola ricca di orgoglio e gioia per ciò che ha ottenuto sarà il premio e lo stimolo per continuare a migliorarsi.
Non diamo mai nulla per scontato!
2. NON CRITICARE I GIUDICI DI GARA
Quante volte l’annuncio di squalifica è seguito dalla critica, spesso colorita, nei confronti del Giudice Arbitro?
Non bisogna mai criticare la decisione di un Ufficiale di Gara, soprattutto in presenza dello squalificato. Un piccolo nuotatore vede la critica mossa da un adulto come fondata. Il rischio è mirare al rispetto della figura dell’Arbitro e delle sue decisioni.
Il Gruppo Ufficiali Gara nasce e vive per dare certezza e la giusta applicazione delle norme dei Regolamenti. Soltanto grazie al rispetto condiviso di quelle norme gli atleti possono gareggiare nella piena eguaglianza. Il migliore può vincere solo se tutti rispettano le norme e se le gare sono tenute ponendo tutti gli atleti sullo stesso piano.
1. DIVERTITEVI!
Le probabilità che nostro figlio partecipi alle Olimpiadi sono dello 0,0002%.
Le probabilità che il nuoto gli regali gli anni più belli della sua vita sono il 99,9%.
Godiamo dunque di questi anni.
Abbiamo un posto riservato in tribuna d’onore non per vedere una gara, ma per osservare i nostri figli diventare uomini e donne.
Perché sprecare questa possibilità?