David Popovici, campione olimpico rumeno e talento emergente del nuoto mondiale, ha recentemente parlato con i media delle difficoltà infrastrutturali che caratterizzano lo sport in Romania.
Nonostante i suoi straordinari successi, tra cui l’oro nei 200m stile libero e il bronzo nei 100m stile libero conquistati ai Giochi Olimpici, Popovici ha evidenziato le condizioni precarie in cui si allena, lanciando un appello per un maggiore investimento nel settore sportivo nazionale.
L’allenamento al limite delle possibilità
Popovici si allena presso la piscina Lia Manoliu a Bucarest, una struttura che definisce inadatta per le esigenze di un atleta di alto livello. Durante un podcast con Cosmin Nedelcu, Popovici ha descritto con toni critici la realtà delle infrastrutture a M.N.C. Podcast:
Se portassi i miei avversari o amici di altri Paesi ad allenarsi con me al Lia Manoliu, penserebbero che sia uno scherzo. Mi direbbero: ‘Stai prendendoci in giro, mostrami dove ti alleni veramente.
Le problematiche diventano ancora più evidenti durante i mesi invernali, quando una cupola improvvisata viene installata sopra la piscina. “Per tre o quattro mesi all’anno, quando fa freddo, sotto questa cupola si soffoca per il cloro e la ventilazione inadeguata. Non esiste nemmeno una palestra adeguata in cui allenarsi”, ha sottolineato Popovici.
La mancanza di strutture moderne e di strategie mirate si traduce in un ambiente sportivo sfavorevole, che Popovici non esita a definire “miracoloso” per chi riesce comunque a raggiungere alte prestazioni. “Sono fortunato a potermi allenare anche al Dinamo, il mio club, ma molti dei miei amici nuotatori devono recarsi in Bulgaria. Non è normale, ed è una questione che voglio affrontare apertamente,” ha aggiunto.
L’assenza di una strategia nazionale per lo sport
Popovici non si limita a criticare le strutture, ma punta il dito contro una più ampia mancanza di visione strategica per lo sport in Romania. “Non abbiamo una strategia reale per lo sport né un grande interesse da parte dei politici. Per questo solo pochissimi atleti riescono a diventare campioni,” ha dichiarato.
Popovici ha anche raccontato il percorso che lo ha portato a collaborare con un team di supporto internazionale. “Grazie agli sforzi di mio padre, sono riuscito a riunire una squadra eccellente: un nutrizionista dagli Stati Uniti, un analista video dal Belgio e preparatori fisici dalla Romania. Tuttavia, questi strumenti dovrebbero essere messi a disposizione degli atleti fin da giovani e forniti dallo Stato, perché alla fine si rappresenta la nazione.”
Un problema sistemico
Le difficoltà descritte da Popovici non sono un caso isolato. Sebbene la Romania abbia conquistato nove medaglie a Parigi 2024, un significativo miglioramento rispetto alle quattro medaglie di Tokyo 2020, il problema delle infrastrutture rimane centrale. Gli sport che hanno contribuito al medagliere — nuoto, canottaggio, sollevamento pesi e ginnastica — richiedono tutti investimenti consistenti in strutture e supporto tecnico.
Sacrifici personali per un sogno olimpico
Popovici, che inizialmente aveva previsto di studiare psicologia presso l’Università di Bucarest, ha messo in pausa il suo percorso accademico per concentrarsi sul nuoto. “Volevo provare a conciliare il college con gli allenamenti nell’anno delle Olimpiadi, ma ho capito che non potevo dedicarmi al 100% a entrambe le cose,” ha spiegato.
Un invito all’azione
L’appello di Popovici non è solo una richiesta per migliori condizioni personali, ma una chiamata all’azione per tutto il movimento sportivo rumeno. Il suo messaggio è chiaro: investire nello sport non è solo una questione di strutture, ma anche di strategia, visione e impegno a lungo termine.
Come uno dei volti più rappresentativi del nuoto internazionale, David Popovici non è solo un campione in acqua, ma anche una voce autorevole che auspica un futuro migliore per gli atleti della Romania.
