Il tesseramento di Benedetta Pilato per il Circolo Canottieri Aniene ha provocato reazioni contrastanti.
I quotidiani regionali pugliesi difendono l’atleta tarantina, definendo “scippo” il cambio di squadra.
Il tesseramento con il club romano “Circolo Canottieri Aniene” ha scatenato molti commenti.
In molti si sono chiesti se la giovane promessa del nuoto italiano si sarebbe trasferita a Roma, lasciando la sua Regione natale.
il suo allenatore, Vito D’Onghia aveva confermato che Benedetta non si sarebbe trasferita a Roma. La giovane promessa del nuoto italiano continuerà ad allenarsi e a vivere in Puglia
Ieri, il Circolo Canottieri Aniene, in persona del direttore responsabile Gianni Nagni, esprimeva il suo punto di vista. Veniva precisato che Benedetta Pilato non sarebbe stata sradicata dalla sua terra. Presa in considerazione la giovane età di Benedetta la decisione è di mantenere come sede degli allenamenti a Taranto.
IL PUNTO DI BARELLI
Questa mattina, il Presidente della Federazione Italiana Nuoto, Paolo Barelli si è espresso sulla questione attraverso un’intervista al quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno
Nell’intervista Barelli dichiara:
“La FIN è molto turbata per ciò che sta accadendo. Turbata ed addolorata”
Sul tesseramento della Pilato afferma:
“A quale utilità corrisponde tesserare per una società di un’altra regione una bambina di 14 anni che rimane (ovvio) a casa sua continuando ad allenarsi nella stessa piscina? Alla Federazione questo modo di fare non piace”.
“La FIN ha il dovere di esprimere il disappunto quando una competizione diventa la caccia ad accaparrarsi un atleta. La nostra comunità considera fuorviante questa attitudine”.
“Benedetta Pilato ha soli 14 anni e se ha raggiunto traguardi mondiali vuol dire che nuotare a Taranto fino ad oggi non è stato così negativo. E la Federazione si era resa volentieri disponibile a supportare le scelte locali migliori”
Il presidente della Fin Barelli parla di federazione turbata e addolorata perchè, cito le sue parole nell’intervista sopra riportata: ” gli atleti di 14 anni devono rimanere tesserati alla società del territorio”. Ma allora, se si pensa questo, perchè non mettere una norma che impedisca i tesseramenti “extra-territoriali” fino al raggiungimento di una certa età?
Se questa norma non esiste, e tutto si è svolto con il consenso dei diretti interessati (atleta, famiglia, società di provenienza), non capisco se il polverone dipenda più dalla notorietà della Pilato o dal fatto che la società acquirente sia l’Aniene, cioè l’ex-società di Malagò, i cui “ottimi rapporti” con Barelli sono a tutti noti..
Solo perché è Benedetta Pilato, il presidente Barelli non sa di quanti atleti fanno la stessa cosa ahaha