L’australiana Ariarne Titmus ha compiuto ciò che molti pensavano non fosse possibile quando ha battuto l’icona olimpica Katie Ledecky nei 400m stile libero femminili ai campionati mondiali FINA 2019.
Prima di allora, la Ledecky non era mai stata battuta in quella gara in una competizione internazionale.
Titmus compì l’impresa, con già un occhio verso Tokyo.
Ad 8 giorni dall’inizio dei Giochi, la Titmus sarà la donna da battere non solo nei 400, ma anche nei 200 e negli 800 metri stile libero femminili.
Se riuscisse a vincere un oro in uno qualsiasi degli eventi individuali sarebbe la prima donna della Tasmania della storia.
Titmus arriva a Tokyo come #1 al mondo in questa stagione nei 200m e 400m stile libero e #2 negli 800, dietro Katie Ledecky.
“Sono nella Forma Migliore Per Battere Ledecky”
Come sa vivendo questa vigilia la ventenne?
Parlando con The Examiner Titmus ha dichiarato:
“Nelle gare che sono iscritta penso che devo assolutamente essere nella mia forma migliore per vincere con Katie in campo. E’ verso quello che sto andando.
E’ lei la campionessa olimpica in carica. Sto andando per mettere per prima la mano sul muro.
“La pressione che io metto su me stessa e quella che mette Dean, il mio allenatore, è superiore alla pressione che sento dal pubblico.
Onestamente, non so se è qualcosa nella mia mente o il mio modo di essere, ma non sento troppo la pressione.
Vedo le cose, le leggo e dico “ok, come vuoi”, ma non sono loro che devono fare la gara. La vedo in questo modo.
“La pressione è un privilegio. Devo usarla per aiutarmi a nuotare velocemente. Uso anche i miei nervi, perché so che quando sono nervosa ed eccitata significa che la gara è importante e sto andando a dare il meglio di me stessa quando sento quell’energia.
“Anche se questa è la mia prima Olimpiade, in realtà sono stato nella squadra dal dicembre 2016. Mi sento di aver fatto la mia strada e sono a mio agio. Posso giocare un ruolo nella squadra. Questo è qualcosa che è davvero eccitante. Quando sono entrata in squadra per la prima volta avevo 16 anni. Ero abbastanza giovane e ingenua e guardavo le altre persone. Ora è pazzesco pensare che a 20 anni ora sono una specie di veterana nella squadra, ma è bello”.
