Il 58° Trofeo Settecolli ha regalato molte emozioni, vestito con l’abito dell’ ultima occasione, è stato teatro di lacrime di gioia e di rammarico, per alcuni sogni che sono usciti dal cassetto e per altri che si sono infranti ad un passo dal traguardo.
Il 58° Trofeo Settecolli di Roma è stato, però, anche palcoscenico di un’altra ultima occasione, quella di un’atleta che di olimpiade ne ha disputata una qualche hanno fa e che ora, dopo una carriera lunga ed emozionante, ha deciso di salutare il nuoto agonistico, almeno in qualità di atleta.
Arianna Barbieri, dorsista classe 1989 si racconta a Swimswam Italia in occasione della sua ultima gara.
La veneta, cresciuta sportivamente a Bologna alla corte di Fabrizio Bastelli dal 2008, parla così dei ricordi più belli della sua carriera:
” Se devo pensare ai successi maggiori mi viene in mente l’olimpiade del 2012 e le medaglie europee di quello stesso anno, ma in fondo sono stati risultati ricercati e voluti tanto, che mi hanno soddisfatta ma non stupita. Se invece chiudo gli occhi e penso alla gara che più di tutte mi ha emozionato è stato il campionato assoluto del 2014, quando dopo 2 anni di difficoltà non partivo da favorita e l’avvicinamento alla gara era stato difficile. Prima di partire però, a pochi minuti dal fischi dello starter, è scattato qualcosa in me e ho sentito forte il desiderio di raccogliere i frutti di tutto il lavoro fatto. Quando al tocco ho sentito il mio nome prima di tutti gli altri e ho visto l’esultanza del mio allenatore, è stato il momento più bello tra tutti.”
Una carriera iniziata tra le fila del Team Veneto ma senza riuscire ad entrare nelle squadre convocate per le manifestazioni giovanili , guardando con il naso all’insù i grandi nomi del nuoto italiano dei primi anni 2000:
“Quando ero giovane io c’era un grosso divario tra i grandi campioni e noi giovani emergenti, era una sensazione che andava oltre il cronometro. Sono felice che ora il livello medio si sia alzato molto perché le gare sono più spettacolari e spuntano sempre nuovi nomi con grandi prestazioni. Nella mia specialità sono cresciuta seguendo le orme di Elena Gemo per poi diventarne compagna in maglia azzurra, è stato un bel percorso. Oggi Margherita (Panziera) ha senza dubbio fatto fare un ulteriore salto di qualità al dorso italiano nel mondo”
Nel gennaio 2018 ad Arianna è stato diagnosticato un linfoma di Hodgkin, malattia dalla quale è guarita nel corso di circa un anno dopo un ciclo di terapie debilitanti, e nel dicembre dello stesso anno è tornata a gareggiare.
” Il ritorno in acqua l’ho vissuto come una rivincita e come una possibilità per rimettermi in gioco, per vedere fino a dove sarei potuta arrivare. Mi sarebbe rimasto l’amaro in bocca a concludere per un motivo diverso dalla mia semplice voglia di farlo. Nel periodo precedente alla diagnosi non capivo perché i risultati non arrivassero e quindi mi sono ripromessa che sarei tornata per fare le cose a modo mio. Inoltre pormi l’obiettivo di tornare a competere è stato fondamentale per affrontare la malattia con uno scopo da raggiungere, mi aiutava a non abbattermi nei momenti più difficili. Ci ho messo davvero tanto prima di ritrovare delle buone sensazioni in acqua, non credevo che sarebbe stata così tosta, il primo anno soffrivo continuamente di crampi, il mio non era più abituato, ma ora posso dire che ne è valsa la pena”
Spostando lo sguardo verso il futuro Arianna parte dalle sue certezze:
“Il Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle è la mia casa da ormai dieci anni, insieme siamo cresciuti e mi hanno dimostrato fiducia e supporto durante tutto il mio percorso, sia nei momenti più felici, che in quelli meno scontati e più incerti. Per questo vorrei continuare a far parte del Gruppo sapendo di poter contribuire con la mia esperienza e la mia passione al lavoro che fanno per gli atleti in acqua, in quale vesta, si vedrà.”