Che cosa sogna l’acqua che dorme?
Rubando questo poetico dilemma a Sylvain Tesson ci siamo chiesti quali sono i sogni, ricorrenti o meno di chi vive d’acqua, nell’acqua. I racconti e le storie di nuotatrici e nuotatori ci faranno entrare, in punta di piedi e rigoroso silenzio, in un posto tanto intimo e vulnerabile come l’angolo di un cuscino.
Non ricordo con esattezza tutti i diversi e contorti pensieri sulle gare che vengono prima. Ma sono certa che mi accompagnano fino a quel preciso istante, dove siamo solo io, e il mio elemento. La piscina.
Non si tratta di una piscina qualunque, non una piscina che quel giorno può essermi rimasta in mente perché magari l’ho nominata, proprio no. La mia piscina è lo Stadio del Nuoto di Riccione e si ripresenta imperterrito tra gli strati del mio inconscio. Quel posto mi ha dato molto e allo stesso modo mi ha tolto altrettanto. E io mi trovo pronta, con il mio costume da gara, rigorosamente nuovo. Con la cuffia e gli occhialini controllati meticolosamente più e più volte per essere sicura che siano sistemati perfettamente.
Con la mia grinta e la mia rabbia, che solo io so quanto valgano rispetto a tutte le altre avversarie. So di averle di fianco, ma non me ne preoccupo minimamente, so di essere la migliore, so che quando mi tufferò sarò imbattibile, alla ricerca solamente di quel dannato tempo limite per le Olimpiadi a cui sto puntando da sempre.
Sento la carica di adrenalina come non l’ho sentita mai.
Quasi non sento più tutto il rumore attorno a me. Lo speaker, il pubblico, la musica. Io sto dentro alla mia bolla, pronta ad esplodere. Sento i fischi, mi preparo, e poco dopo vado.
Si, vado e sento, vivo, bracciata dopo bracciata tutta la gara, la mia gara perfetta, la nuoto in quel preciso istante. La vivo fino all’ultimo millesimo di secondo, quando tocco il muto, alzo la testa e mi vengono i brividi. Li sento anche realmente. Al solo pensiero di immaginare che il mio sogno si realizzi, ed è una sensazione indescrivibile. In quel momento io ce l’ho fatta, ed è proprio lì che capisco che i sogni non sono mai troppo lontani, sono lì, pronti ad essere afferrati.
Ora quella sensazione, la voglio vivere davvero.
Appuntamento alla prossima settimana con la quarta notte nei sogni dell’acqua che dorme, per scoprire chi ha deciso di raccontarsi.