Siamo abituati a vedere i nuotatori in acqua. Nei loro movimenti sembrano perfetti. Tutto calcolato, una routine che si ripete giorno dopo giorno e che a chi guarda da fuori, sembra quasi semplice.
Ma cosa c’è nella testa, nel cuore e nell’anima dei nuotatori? Pasquale Sanzullo ci porterà in un viaggio attraverso immagini, suoni, pensieri e silenzi che fanno compagnia a chi nell’acqua vive, sogna, ride ed a volte piange.
Trovo utile questa frase che ho letto di recente:
lo sport non è l’arte di primeggiare ma l’arte di migliorarsi.
Vincere a tutti i costi non mi fa stare a mio agio, mentre dare un senso a quello che andrò a fare coincide con il miglioramento e questo mi fa sorridere. Prima, durante e dopo la gara.
Ho cominciato a sorridere non appena ho iniziato a semplificare il mio approccio alla gara.
Nello sport semplificare significa alleggerire la testa e distendere i muscoli.
Il corpo in acqua non esprime soltanto quello che sa fare, ma anche quello che stai pensando; il battito cardiaco può alterarsi se hai qualcosa nella testa che si mangia lo zucchero del cervello.
I nervi friggono e fa male se non prendi consapevolezza che è tutto solo nella testa, nelle nostre teste.
L’errore è accorgersene troppo tardi, quando l’allenamento o la gara sono finiti.
Perfino nel riscaldamento succede che ci lasciamo soggiogare dalle sensazioni che segnalano una percezione della realtà, e non il nostro vero potenziale.
Quando lo sforzo in gara è massimale si accendono tante spie di pericolo nel nostro cervello ed a tutti quelli che si spaventano per i pensieri che hanno in testa vorrei dire questo:
Non esiste davvero un pericolo per la vostra sopravvivenza
La Terra non stava uscendo dalla sua orbita.
I vostri cari non stavano soffrendo per un eventuale fraintendimento.
Sarebbe bello che quei tormenti a furia di insistere nella nostra testa diventassero ridicoli, fino all’irrilevanza.
Eppure il gesto in acqua appare così naturale, costruito tra lunghi mesi di frustrazione e brevi secondi di entusiasmo.
Una fluidità edificata con le gratificazioni mescolate alla noia.
Quella noia che è compagna di allenamento, favorita dalla stanchezza e nemica della motivazione.