Le Dieci Cose Che i Non Nuotatori Non Capiranno Mai del Nuoto

Giusy Cisale
by Giusy Cisale 0

December 27th, 2018 Italia

Trascorriamo le nostre ore di veglia andando in piscina, stando in piscina o pensando alla piscina.

Il nuoto è il centro del nostro mondo, anche se essendo “esseri sociali” (a volte ci tocca!) dobbiamo interagire con persone che vivono sulla terraferma.

Persone che non conosceranno mai la triste realtà di un B2, o di qualcuno che ti urla dietro mentre segui la linea blu, o ancora il doversi alzare la domenica mattina alle 6.

Ci sono cose che gli altri esseri umani non potranno mai capire. Ne ho raccolte 10, ma come sempre a voi ampio spazio per i commenti!

1. Come possiamo allenarci più volte di quanti giorni ci sono in una settimana.

Questo punto farà impazzire chi ha difficoltà con l’aritmetica. I nuotatori sostengono anche dieci allenamenti a settimana, soprattutto quando si abbinano gli allenamenti “a secco” (ecco un’altra cosa che li manda fuori testa).

Dieci allenamenti in sette giorni? Ma come? Detto, fatto!

2. Perchè stare fuori casa tre giorni per massimo 5 minuti di gara.

Negli altri sport si entra nel palazzetto, si gioca ed a fine partita si torna a casa. Nel nuoto no.

Occorrono anche tre giorni per una trasferta dove al massimo gareggerai per 5 minuti se le gare scelte sono veloci, o 15/20 minuti se si combinano anche gare più lunghe.

Sembra una follia? Pensate allora a quei poveri genitori costretti a sostare in tribuna anche per otto ore di fila!

3. Il significato del linguaggio senza senso sulle lavagne

Il nuoto ha una sua lingua. Quei scarabocchi scritti in sanscrito antico altro non sono che gli allenamenti.

Se non bastasse già l’incomprensibile stesura con numeri, frecce e segni vari, ogni allenatore ci mette il suo! La stenografia a confronto è l’abecedario. Confondere gli atleti è l’obiettivo sotteso ad ogni programma di allenamento. Ogni nuotatore sa che alla domanda “cosa si fa oggi?” la risposta sarà sempre ed unicamente: “zitto e nuota!”.

4. Perchè la nostra stagione non finisce mai.

Quante volte hai detto ai tuoi amici che avresti passato un po ‘di tempo con loro una volta terminata la stagione? O che magari avresti fatto shopping con un’amica dopo l’allenamento? Tante, troppe. Ogni volta che devi disdire l’appuntamento sei indeciso se dire la verità o inventare l’ennesima scusa. Gli altri infatti faranno fatica a capire frasi del tipo “sono in costruzione aerobica, ho bisogno di energie” oppure “devo gareggiare nel fine settimana e devo dormire 8 ore di fila”

5. Preferiamo nuotare in acqua fredda rispetto all’acqua calda .

Mentre il resto del mondo chiede al bagnino di turno di alzare la temperatura dell’acqua, noi preghiamo che sia fredda!

E’ vero, per qualcuno la piscina è solo un luogo di ristoro dal caldo estivo. Per chi invece vive in acqua per due/tre ore al giorno, anche un grado fa la differenza.

Provate voi umani a fare gli scatti in una sauna. Quella è la sensazione che un nuotatore prova quando l’acqua non è fredda.

6. Allenamento a secco.

I non nuotatori fanno fatica a capire l’utilità di tutti quei movimenti che i nuotatori fanno fuori dall’acqua. Forse qualcuno pensa che sia soltanto scena, ma allungarsi, riscaldarsi con gli elastici o “rotolarsi” su un tubo di gomma è fondamentale per un nuotatore.

7. Taping

Per essere onesti, il taping confonde ancora molti.

Quante volte davanti a quei cerotti colorati vi hanno posto sempre le stesse domande?

  • Ti sei infortunato?
  • Sei caduto?
  • E’ un cerotto?
  • che bel colore! Posso metterlo anche io?

L’applicazione del nastro è un insieme di arte e scienza nelle mani di abili professionisti.

Per i nuotatori è un miracolo che in pochi giorni può rimetterti in acqua!

8. La tua idea di dormire è un po’ diversa.

Il concetto di “mattina presto” è ben diverso rispetto al resto del mondo. Un nuotatore può doversi alzare alle 5 di mattina per essere alle 6 in piscina e terminare l’allenamento quando i coetanei sono ancora davanti alla colazione.

Per molti nuotatori alzarsi ed uscire di casa quando fuori è ancora buio è la routine di tutta l’adolescenza.

Andare a dormire oltre le 23.00 sarebbe un vero suicidio.

9. Il processo di qualificazione per le Olimpiadi.

Spieghiamo questa cosa.

Appena si vede un nuotatore che si applica seriamente in questo sport, gli si chiede: “Ti vedremo alle Olimpiadi?”

Se si tenta una risposta argomentata correlata di spiegazioni sui tempi nazionali o sugli standard Fina, ti troverai davanti il volto basito di chi ti ha posto la domanda.

Spesso il discorso si chiude con “Eh, ma se non vai alle Olimpiadi allora che nuoti a fare?”

Corollario di tutto ciò è la classica ma intramontabile: “MA TI PAGANO?”

10. Ci lamentiamo sempre, ma nessun non nuotatore potrà mai parlare male di questo sport.

Possiamo stare lì a lamentarci di tutto: dei lunghi set, delle ore di allenamento, della vita sociale inesistente. Possiamo provare odio per questo sport (per pochi secondi a dire la verità), ma nessun non nuotatore potrà mai parlarne male in nostra presenza.

Se solo sentiamo una frase contro questo sport o contro i nostri simili, scatta in noi l’orgoglio del nuotatore!

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Giusy Cisale

 GIUSY  CISALE A law graduate, and attorney for 15 years while devoting herself to running her swimming-focused blog, Scent of Chlorine. In 2015, she collaborated with Italian swimming news websites before joining SwimSwam in 2017. She loves swimming from every point of view and in 2016  became an official of the Italian …

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