La Federazione Internazionale di Medicina dello Sport (FISM) è intervenuta sull’argomento degli atleti transgender ed identità di genere.
Nel mese di Novembre 2021, il CIO, (Comitato Olimpico Internazionale) ha pubblicato un decalogo per l’ammissione degli atleti ai Giochi. Viene vietata la discriminazione e i test medici invasivi per determinare il genere di appartenenza. Inoltre, vengono vietate le analisi dei livelli di testosterone per determinare se una persona deve gareggiare nelle competizioni femminili o maschili. Questa pratica viene considerata infatti molto invasiva.
Su questo decalogo è intervenuta sia la FISM che la Federazione Europea delle associazioni di medicina dello sport.
Le due federazioni hanno firmato un documento pubblicato sulla rivista internazionale BMJ Open Sports & Exercise Medicine dove si contesta il decalogo del CIO.
Nota: Si sottolinea che le linee guida del CIO al momento non sono vincolanti per le Federazioni sportive.
CRITICHE AL DOCUMENTO DEL CIO
La FISM e la Federazione europea di medicina dello sport contestano il decalogo del CIO.
Viene ritenuto che:
“Il nuovo framework del Comitato Olimpico Internazionale sull’equità, l’inclusione e la non discriminazione negli sport non considera accanto ai diritti umani anche gli aspetti scientifici legati al genere e alla prestazione”.
Nel documento si sottolinea che l’obiettivo è che tutti gli atleti abbiano diritto a una competizione equa. Si chiede dunque coerenza con il codice WADA. Il codice antidoping mondiale protegge il diritto fondamentale di un atleta a partecipare allo sport in cui gli altri atleti non siano stati modificati a loro vantaggio dal doping o da altri mezzi.
Viene suggerito dunque che le organizzazioni internazionali come il CIO si assumano la responsabilità di stabilire standard e aspettative basate sull’equità competitiva e la migliore scienza disponibile. Le federazioni internazionali dovranno poi adeguarsi. In questo modo si eviteranno interpretazioni non univoche.