Arno Kamminga, lo scorso fine settimana, ha preso parte al Rotterdam qualification meet. La manifestazione è durata 4 giorni, ed ha accolto nuotatori provenienti dai Paesi Bassi, Svizzera, Israele, Belgio, Austria.
L’evento, qualificante per le Olimpiadi di Tokyo, è stato anche un’opportunità per i nuotatori di ottenere un potenziale posto nella rosa delle squadre dei rispettivi paesi ai Campionati Europei del 2021.
Nella stagione 2019/2020 Kamminga è salito alla ribalta stabilendo record nazionali olandesi nello stile rana praticamente ogni volta che è salito su un blocco di partenza.
Dopo le gare a Rotterdam, SwimSwam ha raggiunto il ranista, il quale ha raccontato alcuni aspetti della sua vita privata. Tra questi, quello più significativo per Arno, è l’aver perso la mamma quando aveva soltanto 15 anni.
Il nuoto per il giovane è stato un modo per affrontare il lutto. In acqua sfogava il dolore e la sofferenza per la perdita, fino a quando è diventato qualcosa di più.
Ci racconta che la prima volta che è riuscito a qualificarsi per un evento internazionale è stata per i Mondiali di Budapest del 2017.
Durante l’intervista ci ha rivelato una curiosità sul suo modo di affrontare le gare. Kamminga non entra mai in piscina prima di gareggiare, non si riscalda mai in acqua, ma solo a secco.
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