Le critiche al Villaggio Olimpico di Parigi non sono mancate e le preoccupazioni per l’igiene personale sono l’ultima aggiunta alle numerose lamentele già espresse dagli atleti.
Parlando a The Project, la star australiana del nuoto Ariarne Titmus ha rivelato che le lenzuola degli atleti non sono state cambiate per due settimane. Tuttavia, i suoi commenti devono essere presi con le molle; l’Australia ha mandato a casa molti atleti pochi giorni dopo aver finito di gareggiare, il che significa che Titmus potrebbe non essere stata lì per due settimane.
“Il Villaggio non è così affascinante come si pensa”, ha detto Titmus. “Le nostre lenzuola sono state cambiate dopo la prima notte in cui siamo stati lì e poi non sono state cambiate per il resto del tempo, quindi vivevamo nella sporcizia”.
Inoltre, Titmus ha affermato che il Villaggio Olimpico non aveva abbastanza carta igienica, causando una carenza e costringendo gli atleti a trovare modi creativi per ottenerne di più, arrivando persino a dover mentire sul numero di coinquilini che avevano per farsi dare altri rotoli.
Molti altri nuotatori hanno commentato in precedenza le condizioni non proprio soddisfacenti del Villaggio Olimpico.
Il nuotatore italiano medaglia d’oro Thomas Ceccon ha citato la mancanza di aria condizionata come causa delle condizioni scomode della stanza e del sonno, prima di diventare virale per aver fatto un sonnellino in un parco. Anche i letti di cartone forniti dal villaggio olimpico sono stati un tema caldo durante i Giochi, con diversi atleti che hanno postato online foto e video dell’allestimento.
Dopo la conclusione dei Giochi, Adam Peaty, della Gran Bretagna, ha ricordato che le persone hanno trovato vermi nel pesce mentre mangiavano nel Villaggio Olimpico, e questa è stata solo una delle numerose critiche espresse sullo stato del cibo.
Le cattive condizioni del Villaggio Olimpico lasciavano così tanto a desiderare che , secondo quanto riferito, alcuni atleti hanno fatto arrivare letti e materassi dai loro Paesi, mentre altre squadre hanno inviato i loro cuochi a Parigi per aiutare a soddisfare meglio le esigenze dei loro atleti. A pochi atleti è stato chiesto di andarsene del tutto, andando a dormire in hotel o in residenze private.