Sentiamo spesso parlare della differenza tra sport individuale e sport di squadra; quasi come se i pregi dell’uno non potessero essere presenti nell’altro.
Eppure tante sono le differenze, come tanti i punti in comune.
In uno sport di squadra si dividono vittorie e sconfitte e magari ci si rialza più facilmente. Di contro però, è più probabile trovare appigli per contestare la scelta di un allenatore o un errore di un compagno di squadra.
Osservando uno sport individuale come il nuoto ad esempio, ogni passo in avanti è frutto della determinazione e talento del singolo.
Si crede ingenuamente però, che negli sport individuali ci sia la comprensione da parte di tutti del risultato, frutto di meritocrazia, capacità o semplicemente del momento giusto che è diverso per ognuno di noi.
Ed ogni anno che passa spero sempre di non vedere quegli sguardi. Eppure mi ci imbatto stagione dopo stagione.
Quegli occhi in cui traspare prima la paura del fallimento, che l’adrenalina del gareggiare.
Gli stessi occhi che parlano senza che la bocca emetta un suono; in cui spesso si accetta ciò che ci fa stare male senza comprenderne davvero il perché.
Il peso dell’esterno
Che sia un genitore, un compagno di squadra, un avversario o un professore. Poco importa.
Anche se non si vede, poi ci mettono pressione. Con tanta leggerezza, ma hanno un peso le parole. E possono ferire.
Spesso basta un commento di troppo o un’opinione non richiesta in cui non si lascia la possibilità di essere liberi di stare bene.
C’è sempre un modello da seguire, uno standard da emulare o un tempo da abbassare.
Ferisce dentro il sentirsi inadeguati nel riuscire meglio in una passione per cui si versano lacrime e sudore.
Ne vedo tanti di questi ragazzi.
Avete la gioia nel cuore smorzata a mezza gola; perché si ha quasi paura di essere felici di aver raggiunto un traguardo importante.
Ci si sente soli in quella parte del mondo. Molti sono schiacciati dal peso dell’esterno.
Quasi come se fosse un macigno, per una colpa che non si ha.
Essere se stessi è sempre più difficile; ma la chiave per risalire nel momento in cui ci si sente inermi è comprendere l’importanza del percorso.
Avremo sempre qualcuno più avanti di noi
Si spreca troppo tempo a guardare quello che fanno gli altri, come lo fanno gli altri e perché lo fanno gli altri.
Ed è sempre ciò che ci circonda a spostare il nostro sguardo altrove.
Invece bisognerebbe solo essere consapevoli che ci sarà sempre qualcuno che sarà più avanti di noi ed essere felici dei passi in avanti fatti.
Non abbiate mai paura di confrontarvi. Dal confronto si cresce, col confronto si impara.
E non temete mai di non essere abbastanza bravi per qualcuno.
Se realmente credete in qualcosa, dimostrate a tutti che quella fiamma che avete dentro è ciò che vi differenzia dagli altri.