Il mondo dello sport e quello dell’intrattenimento hanno bisogno davvero dell’esistenza degli Enhanced Games?
La risposta breve è no, molto probabilmente.
La risposta più articolata deve prendere in considerazione diversi aspetti della società che questa idea potrebbe toccare e partire dalla comprensione di cosa realmente siano, o vogliano essere, gli Enhanced Games.
GLI ENHANCED GAMES
Gli Enhanced Games sono un’idea nata dal miliardario australiano Aron D’souza secondo cui lo sport olimpico è schiavo del CIO e della WADA che impediscono al potenziale degli atleti di esprimersi al massimo. Negli ultimi anni il tetativo di organizzare una manifestazione sportiva con delle regole che ammettessero l’uso e l’assunzione di sostanze dopanti, è fallita più volte procrastinando l’annuncio dal 2022 fino a questi giorni.
Con un video promoziale e una conferenza stampa in diretta mondiale, in occasione dell’annuncio dei 50 metri nuotati in 20.89 da Kristian Gkolomeev, il board dell’organizzazione a capo degli Enhanced Games ha dichiarato che la loro prima edizione avverrà nel maggio 2026 a Las Vegas e prevede competizioni di nuoto, atletica, sollevamento pesi, ginnastica e combattimento.
Quello che si prospetta, almeno nella mente di chi ha ideato questo format, sembra un evento al confine tra lo sport, di cui assume le sembianze nella forma, e il puro spettacolo volto all’intrattenimento, come la scelta della location a Las Vegas suggerisce.
MORALE, SCIENZA E INTRATTENIMENTO
La questione, analizzando anche le reazioni del mondo del nuoto, si muove contemporaneamente su tre binari. Il primo riguarda l’area dell’etica e della morale, ed è sicuramente un tema interessante e alla base del concetto stesso di sport, del motivo per cui lo stesso (da quello di base a quello professionistico) esiste e dei valori che debba trasmettere al pubblico e alle nuove generazioni. Non affronteremo questo aspetto perchè non necessita di elementi ulteriori rispetto a quelli che la definizione dell’evento EG propone nel raccontarsi e alla personale sensibilità di chi legge.
LA SCIENZA
La seconda macroarea che coinvolge questo progetto è legata alla scienza, al desiderio innato dell’essere umano di scoprire i propri limiti e di superarli, in questo caso con il supporto della tecnologia e della medicina, applicata con raziocinio al solo scopo di raggiungere una specifica performance. In questo campo esiste, molto più che in quello precedente, un reale dibattito. Un punto di discussione tra chi è mosso dalla curiosità di conoscere come perfezionare un gesto atletico e cosa ci aspetta nel futuro dello sport.
Verrà mai battuto il record sui 100 metri di Bolt? e di quanto? quanto può realmente correre o nuotare veloce un essere umano? Non sono certo domande che si sono posti per primi il Dr. D’souza e il suo team, ma questioni che tornano ciclicamente in voga nella comunità scientifica.
Tutti i record attualmente riconosciuti dalle varie federazioni sono battibili, e verranno battuti, solo che forse non accettiamo che non saremo presenti quando questo avverrà (ci vorranno 100, 200 anni?) e abbiamo la fretta di dover vivere un futuro che non ci spetta. Quello che inoltre in questo caso viene portato ad uno step successivo, è la reale possibilità di usare la medicina e le sostanze che alterano il corpo umano non per scopi scientifici, o al più provocatori, ma per puro intrattenimento, sperimentando con il rischio concreto che ci siano effetti a lungo termine attualmente non prevedibili e perdendo il controllo sull’obiettivo finale diventando una caricatura di quello che abbiamo sempre chiamato nuoto.
Va anche considerata la pericolosità del desiderio di “aprire” i Giochi a più persone possibili, come indicato dagli organizzatori, che lasciano quindi all’amatorialità di potenziali atleti enhanced la responsabilità di gestire i propri protocolli di allenamento e di assunzione delle sostanze. Le uniche sostanze vietate sono Cocaina ed Eroina.
Ma arrivando al terzo binario, (non poi così parallelo), che questo evento porta con sé, ripartiamo dalla domanda iniziale, se il mondo dello sport non solo non ha bisogno ma evidentemente rifiuta l’esistenza degli Enhaced Games, è forse il mondo dell’intrattenimento il vero obiettivo finale? Se è così, potrebbe non durare a lungo.
LO SHOW
Per creare un evento che generi interesse è fondamentale offrire uno show che si basi sull’esclusività della proposta. Il nuoto, però, esattamente come l’atletica e le altre discipline menzionate per Las Vegas 2026 esistono già, e fatto salvo per la deroga all’uso di doping, lo spettacolo EG si baserebbe esattamente su tutte le altre regole che ben conosciamo, vasca da 50 metri, blocchi regolamentari, cronometri e starter. Non sarebbe, per così dire, come vedere lo slamball, il basket con i tappeti elastici, ma piuttosto un basket con i canestri un po’ più bassi. Non uno spettacolo inedito, non un nuovo sport, ma nuoto, con la probabilità (anche qui da verificare) che le persone in acqua nuotino più veloce che gli atleti nel circuito World Aquatics.
Ma è davvero per la velocità metri al secondo che noi guardiamo le gare e siamo affascinati dagli atleti? O è piuttosto per la narrativa della competizione, della posta in palio, del valore e del talento che attribuiamo ad un campione piuttosto che un altro? Le Olimpiadi di Parigi sono state caratterizzate da pochi record e alcune gare mediamente più lente delle altre edizioni, ma non per questo sono state meno seguite o meno avvincenti.
SPORT DI PERFORMANCE
Gli sport a cui sembra più interessante applicare il protocollo di sostanze per vedere che effetto farà sul corpo umano sono sicuramente quelli in cui la performance è facilmente misurabile. Correre, nuotare. Avere un tempo e provare a batterlo. Eppure questo sistema a lungo andare potrebbe creare l’effetto di assopire il pubblico di fronte ad un risultato che se non viene raggiunto, ovvero se il prossimo test (o la vittoria nel 2026) non sarà inferiore al crono di 20.89 gia nuotato, di essere di fatto una meteora. E che se invece viene raggiunto, supponiamo che a breve si veda un uomo ipertrofico nuotare 20.85, e poi 20.82, porterà allo stesso risultato di non viver più l’evento come unico e irripetibile ma piuttosto standard, esattamente come successo a causa dei super costumoni durante il mondiale di Roma 2009 quando sono stati battuti 42 record del mondo in una settimana, anestetizzando tutto il pubblico presente.
E QUINDI?
Forse quello che sfugge realmente di tutta questa messa in scena, o questo almeno vale per chi scrive, è quale sia relamente lo scopo finale. Mascherarsi dietro al desiderio di esplorare il limite umano non è sufficiente ed è anche piuttosto un controsenso quando l’unico paramentro realmente cambiato nell’equazione è proprio il corpo umano. Potrebbe forse essere l’onnipotenza di chi vuole scrivere il proprio posto nella storia, e che non trovando spazio nelle pagine del grande Libro, decide di comprarne una come fosse un’inserzione a pagamento sul giornale. O forse è solo business, e come tale va trattato, ma allora come tale andrebbe anche venduto.