Presentato Dal CIO Il Refugee Team Di Parigi 2024: Due I Nuotatori Selezionati

Il Comitato Olimpico Internazionale ha nominato 36 atleti provenienti da 11 paesi nella squadra olimpica dei rifugiati ai Giochi olimpici di Parigi 2024, si tratta della più numerosa squadra di questo tipo da quando il programma è stato introdotto per i Giochi Olimpici di Rio 2016.

Il team è stato approvato dal comitato esecutivo del CIO e ha fatto affidamento sull’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati per verificare il loro status. Il CIO afferma di avar considerato “prima di tutto, le prestazioni sportive di ogni atleta”.

Vedi il roster completo della squadra olimpica dei rifugiati qui.

La squadra del 2024 includerà due nuotatori: Alaa Maso e Matin Balsini.

Maso, 24 anni, parteciperà alla sua seconda Olimpiade a Parigi. Ai Giochi di Tokyo, è arrivato 44° nei 50 stile libero in 23.30. Alaa Maso è di Aleppo, in Siria, ed è fuggito dal Paese insieme a suo fratello nel 2015, stabilendosi infine in Germania. Suo fratello Mohamad Maso ha rappresentato la Siria alle Olimpiadi di Tokyo nel triathlon maschile.

Aleppo fu uno dei principali campi di battaglia della guerra civile siriana, con la battaglia di Aleppo che durò per quasi quattro anni e mezzo. La città è stata lasciata in rovina, con circa 33.500 edifici distrutti, tra cui la struttura dove si allenava Maso.

Matin Balsini, 23 anni, è a sua volta olimpionico per la seconda volta, anche se membro per la prima volta della squadra dei rifugiati. È nato a Teheran, in Iran, e ha rappresentato l’Iran ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020, conclidendo 33° nei 200 farfalla (1:59.97). Da allora si è trasferito nel Regno Unito dove si allena presso il club di nuoto dell’Università del Surrey.

Era un membro del sistema della squadra nazionale iraniana dall’età di 15 anni. Balsini ha lasciato l’Iran nel 2022 ed è stato fuori dalle vasche per sette mesi mentre cercava asilo. L’ 1:59.97 rimane il suo miglior crono nuotato nei 200 farfalla.

Yusra Mardini è stata la più conosciuta tra gli atlleti parte del team rifugiati. Si è ritirata nel 2023 dopo due apparizioni olimpiche. Ha guadagnato fama quando, insieme a sua sorella e ad altri due rifugiati, ha aiutato a trainare una barca che trasportava 20 persone attraverso il Mar Egeo per tre ore prima che raggiungesse la terra. Recentemente è stata nominata nella lista Forbes 30 Under 30 Sports and Games per l’Europa.

“La squadra olimpica per i rifugiati dovrebbe ricordarci la resilienza, il coraggio e le speranze di tutti coloro che sono stati sradicati dalla guerra e dalla persecuzione. Questi atleti rappresentano ciò che gli esseri umani possono fare, anche di fronte alle avversità estreme””, ha affermato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Filippo Grandi.

“Il team ci ricorda anche che lo sport può essere trasformativo per le persone le cui vite sono state colpite in circostanze spesso strazianti. Trasformativo non solo per gli olimpionici, ma per tutti. Lo sport può offrire tregua, una fuga dalle preoccupazioni quotidiane, un senso di sicurezza, un momento di divertimento. Può dare alle persone la possibilità di guarire fisicamente e mentalmente, diventando di nuovo parte di una comunità”.

Il team rappresenta più di 100 milioni di rifugiati designati dalle Nazioni Unite in tutto il mondo e per la prima volta sfilerà sotto una propria bandiera e non i cinque cerchi olimpici.

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About Aglaia Pezzato

Aglaia Pezzato

Cresce a Padova e dintorni dove inizialmente porta avanti le sue due passioni, la danza classica e il nuoto, preferendo poi quest’ultimo. Azzurrina dal 2007 al 2010 rappresenta l’Italia con la nazionale giovanile in diverse manifestazioni internazionali fino allo stop forzato per due delicati interventi chirurgici. 2014 Nel 2014 fa il suo esordio …

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