Simone Manuel: La Reazione Alla Morte di George Floyd

La medaglia d’oro olimpica Simone Manuel si è unita al coro di voci che chiedono un cambiamento all’indomani dell’uccisione del 46enne disarmato George Floyd da parte di un agente di polizia di Minneapolis, Stati Uniti.

Manuel, ha dato voce alla sua reazione all’uccisione tramite un post su Instagram.

George Floyd è stato arrestato lunedì scorso dopo aver presumibilmente usato una banconota contraffatta in un minimarket. E’ morto mentre l’agente Derek Chauvin si inginocchiava sul collo. Il video della scena è diventato virale, e l’uccisione ha scatenato proteste che si sono sparse in molte città degli Stati Uniti.

Tutti gli agenti presenti sono stati licenziati dalla polizia di Minneapolis e Chauvin è stato arrestato e accusato di omicidio di terzo grado e omicidio colposo.

IL POST DI Simone Manuel

“Le giornate sembrano pesanti e lunghe. È difficile non sentire o pensare alla tristezza e all’odio che grava su di me, sul mio popolo e su questa nazione. Sono ferita, sono stanca. Siamo feriti, siamo stanchi. Penso che sia sempre difficile trovare le parole giuste, perché sono sparse e divise come questo Paese. C’è troppo da dire, ma non c’è abbastanza tempo o energia per esprimere questa triste realtà. Non ci siamo dentro tutti insieme! Fino a che punto siamo veramente arrivati? I tempi cambiano. Cambiano le date del calendario, ma il razzismo rimane ancora. Se vogliamo un Paese migliore, dobbiamo lottare tutti per l’uguaglianza e la giustizia. Nessuno sfugge ai vincoli dell’ingiustizia. Nessuno! Non importa da che parte stai. Tutti noi perdiamo quando non riusciamo ad affrontare il problema alla radice.

Ecco: 
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IL PASSATO VIVE ANCORA NEL PRESENTE!

Questo è generazionale.
Non si tratta solo della morte.
Si tratta di uccidere i nostri spiriti.
Uccidere i nostri sogni.
Farci sentire meno che.
Respingere e ignorare il nostro dolore.
Mettere a tacere la nostra voce.
Si tratta di punirci quando usiamo la nostra voce e di etichettarci come “arrabbiati” o “minaccia” piuttosto che riconoscere che stiamo esercitando la nostra “libertà di parola”.
Chiamare la polizia e di usare il colore della mia pelle contro di me.
Si tratta di chiudere la borsetta.
Credere di non appartenere a questo mondo.
Si tratta di non riconoscere e comprendere la mia stessa esistenza, il mio dolore.
Ripetere i peccati del passato.
Si tratta di pensare che il colore della pelle offra i propri privilegi o neghi la dignità umana di base!
Parlare contro invece che con la nostra lotta per la giustizia.
Si tratta di rimanere in silenzio.

Questa deve essere la lotta di tutti! 

Le parole “libertà”, “giustizia” e “uguaglianza” sono pronunciate da molti, MA lo sperimentiamo davvero? No! Dobbiamo ancora viverla collettivamente come nazione, e non la vivremo finché non ci riuniremo tutti insieme e lotteremo per essa… finché non saremo davvero “tutti insieme”. 
Se questo vi mette a disagio, verificate il vostro privilegio. Pensate a coloro che non si sentono a proprio agio EVERY👏🏾SINGLE👏👏🏾DAY👏🏾”. 

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About Giusy Cisale

Giusy Cisale

 GIUSY  CISALE Giusy Cisale graduated high school at the Italian Liceo Classico "T.L. Caro" where she was engaged in editing the school magazine. In 2002, she was among the youngest law graduates of the  Federico II University of Naples (ITA). She began her career as a Civil Lawyer, becoming licensed to practice law …

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