Partecipare ad un Olimpiade è il sogno di ogni atleta.
Proprio perché è l’esperienza che rimane indelebile nei ricordi, molti nuotatori decidono di lasciare il segno di quel ricordo sulla propria pelle.
Il tatuaggio dei cinque cerchi Olimpici (che stanno a simboleggiare i Cinque Continenti) diventa un rito di passaggio, qualcosa che ti rende riconoscibile non solo ai tuoi “colleghi” di vasca in giro per il mondo, ma anche agli occhi dei non sportivi.
I nuotatori Italiani che portano sulla pelle il simbolo olimpico sono davvero tanti: da Marco Orsi a Mirco di Tora, da Laura Letrari a Fabio Scozzoli, i veterani della nostra Nazionale di Nuoto si riconoscono anche da quel tipico disegno carico di emozioni non solo per chi ha vissuto i Giochi in prima persona, ma anche per chi li ha vissuti da casa, con il cuore in gola come se si fosse in acqua con loro.
Dopo le Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016 tantissimi atleti hanno fatto tappa dal proprio tatuatore di fiducia, preservando non solo nel cuore le sensazioni della Manifestazione più importante del pianeta.
Dopo ben quattro Olimpiadi, anche la “Divina” Federica Pellegrini cede alla tentazione di lasciare sulla sua pelle il ricordo di quello per cui ha lottato tutta la vita.
Federica ama i tatuaggi ed ognuno dei disegni che adornano il suo corpo ha un significato profondo e rappresenta un pezzo della sua vita che lei desidera portare con sé in eterno.
Dalla scritta “nient’altro che noi” dedicata e tatuata insieme al fratello Alessandro, fino alla Fenice che ammiriamo sul suo collo ogni volta che indossa la cuffia; dalla sua gatta Mafalda al tatuaggio per onorare il ricordo del suo allenatore Alberto Castagnetti, il corpo della bella Veneta è un libro dove leggere i momenti più emozionanti della sua vita.
Non potevano dunque mancare proprio i cinque cerchi, i Giochi Olimpici, che l’hanno consacrata stella indiscussa del firmamento natatorio.
Dal suo profilo Instagram Federica regala al mondo dei suoi followers l’immagine del nuovo tatuaggio, scrivendo semplicemente “direi che dopo quattro Olimpiadi me li sono meritati”