Dalla calda Florida ad Austin, Simone Manuel ha vissuto una settimana densa di fatica e crescita sotto la guida di Bob Bowman e Eric Hansen.
“È stato l’allenamento più duro della mia carriera”, confessa la due volte medagliata olimpica-
Il volume di lavoro è superiore a qualsiasi preparazione precedente, ma ho imparato ad apprezzarne ogni bracciata.
Manuel racconta di aver attraversato momenti di frustrazione e caos mentale, figli di un periodo di 18 mesi carico di obiettivi e incertezze.
Quando sono arrivata ad Austin, ho capito di poter finalmente nuotare al mio meglio e questo mi rende sicura, al 100 %.
Il regime Bowman è “un mix di serie massacranti e recuperi calibrati”, che hanno richiesto non solo forza fisica, ma un grande sforzo mentale: “Ora so che, se rimango presente qui e ora, posso superare qualsiasi ostacolo in vasca”.
Un ulteriore stimolo per Manuel è stato vedere la compagna di allenamenti Katie Ledecky ancora capace di infrangere record mondiali a nove anni di distanza dal suo primo:
Quel tipo di perseveranza mi ispira ogni giorno. Se Katie può farlo dopo un’intera carriera, anch’io posso continuare a migliorare.
Non mancano le sfumature di leggerezza:
“Bob e Eric rendono l’allenamento divertente, anche quando ti senti spezzata”, scherza la sprinter americana, che ringrazia il marito, la famiglia e l’intero staff per il supporto.
Guardando al futuro, Manuel non punta solo a Singapore 2025, ma sogna un percorso lungo fino a Los Angeles 2028. “Spero di avere anni davanti a me per costruire la migliore versione di nuotatrice”, conclude. E quando le gambe bruciano e il muro sembra lontanissimo, il ricordo di queste parole la spinge a ogni nuova vasca.